(Roma, 14 aprile 2023) – Un accordo raggiunto dopo quattro mesi di lotta sindacale che migliora sensibilmente la situazione dei lavoratori rispetto la proposta di partenza offerta dalla Suominen di Mozzate, ma che rappresenta certamente una dura sconfitta per il mondo del lavoro tutto: per i 54 lavoratori che comunque hanno perso il lavoro, per il tessuto produttivo industriale del nostro territorio lombardo che da oggi si fa ancora più povero.
Suominen, ricorodo, è una multinazionale finlandese che lo scorso gennaio, senza alcun preavviso, ha annunciato l’avvio di un piano di cessazione definitiva della produzione nello stabilimento di Mozzate, iniziando la procedura di licenziamento per 57 dei 92 dipendenti.
Un’altra multinazionale, dopo l’analoga vicenda della Henkel di Lomazzo di qualche anno fa, che si permette senza darsi poi troppa pena di fare ciò che vuole dei propri lavoratori e delle proprie lavoratrici nonostante gli incrementi di fatturato e il trend complessivo dei risultati di gestione degli ultimi anni siano positivi; nonostante l’emergenza pandemica da Covid-19 abbia fatto registrare un aumento importante della produzione di quel tessuto non tessuto prodotto proprio dai lavoratori della fabbrica di Mozzate; nonostante nell’altro stabilimento italiano sito a Cressa dall’inizio dell’anno l’azienda abbia compiuto 25 nuove assunzioni.
Un accordo che scoraggia perché dietro quei 54 operai licenziati ci sono vite, storie lavorative, volti di familiari smarriti, prospettive future infrante per le quali l’impegno di Regione Lombardia è stato a dir poco insoddisfacente. A loro, ai lavoratori e alle lavoratrici, ai sindacati che per quasi quattro mesi hanno condotto una strenua trattativa va tutta la mia vicinanza e solidarietà.