
(Roma, 15 ottobre 2025) – L’Amazzonia è la più grande foresta pluviale del pianeta, un ecosistema unico per biodiversità e ruolo vitale nella regolazione del clima globale, grazie all’assorbimento di CO₂ e al controllo del ciclo dell’acqua. Non appartiene solo al Brasile, ma si estende su nove Paesi, ospitando centinaia di popolazioni indigene.
Oggi è minacciata soprattutto dalla deforestazione causata dall’allevamento intensivo e dagli incendi illegali, che hanno già distrutto il 17% del territorio.
Ne parla il bel libro di Emiliano Guanella “Amazzonia, l’ultima frontiera” che abbiamo presentato alla Camera dei deputati insieme con l’Amasciatore del Brasile in Italia Renato Mosca De Souza, ai colleghi Angelo Bonelli di AVS e Fabio Porta, Presidente Sezione di Amicizia Italia-Brasile.
Guanella invita a considerare l’Amazzonia come un patrimonio comune dell’umanità, da proteggere con consapevolezza e rispetto. C’è una forte la preoccupazione per il rischio di un punto di non ritorno ecologico, frutto di un equilibrio spezzato tra uomo e natura.
Sarà proprio al confine con l’Amazzonia, come voluto dal Presidente Lula, la prossima COP30 a novembre: dopo molte riunioni con risultati modesti, l’obiettivo di quest’anno è costruire un consenso globale più forte per fermare la crisi climatica.
È il momento di agire per interventi decisivi per uno sviluppo sostenibile e che metta al centro il cambiamento climatico per salvare l’ecosistema ma anche diritti sociali e umani. In questo contesto il destino dell’Amazzonia sarà determinante per il futuro del pianeta.

