(Roma, 16 giugno 2025) – Il “fine vita” è un tema delicato e complesso che necessita di una legge nazionale che garantisca il rispetto della libertà di scelta e della dignità delle persone, non si può imporre un’impostazione ideologica, né è accettabile l’assenza di confronto. Troppo spesso la politica è stata latitante e ha lasciato che i giudici prendessero delle decisioni. Sul fine vita In Parlamento è molto tempo che spingiamo per calendarizzare in Senato le proposte di legge per il fine vita li. Non si può più attendere. L’approvazione della legge in Toscana ha riacceso il dibattito, indicando una via possibile basata su equilibrio, ascolto e autodeterminazione nei momenti più difficili e delicati della vita. Serve una legge che garantisca libertà di scelta e rispetto per il dolore di chi soffre, non una norma scritta sotto dettatura ideologica.
Serve una normativa che non imponga visioni ideologiche, ma costruisca soluzioni condivise, nel rispetto della sentenza della Corte costituzionale, dalla quale non si possono fare passi indietro. Alcuni principi, come il ruolo centrale del Servizio Sanitario Nazionale, non sono negoziabili.
La proposta della destra, che parla di cure palliative obbligatorie, che esclude il SSN e introduce un “comitato etico” nominato dal Governo, rischia di andare verso una deriva preoccupante, trasformando il diritto all’autodeterminazione in un privilegio per pochi, vincolato da ostacoli burocratici e visioni ideologiche.
Noi non pensiamo di avere la verità in tasca, serve equilibrio. Come PD continueremo a difendere la necessitá di una legge, a partire dalla proposta già approvata alla Camera nel marzo 2022 a prima firma di Alfredo Bazoli, frutto di un lungo lavoro di ascolto e confronto. Il Pd è a disposizione per questa sfida nazionale; siamo disponibili a un dialogo. Perché su temi che toccano la vita e la morte non si impongono diktat, si costruiscono soluzioni condivise.
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