
(Roma, 4 giugno 2025) – Il Governo ha scelto ancora una volta la scorciatoia della propaganda per introdurre un provvedimento autoritario e repressivo: il cosiddetto “decreto Sicurezza”. Approvato al Senato in sordina, senza un vero confronto e a colpi di fiducia, è l’ennesimo strappo alle regole democratiche.
Anche oggi abbiamo ribadito la nostra totale contrarietà sui contenuti e il metodo di approvazione di questo testo e, insieme alle opposizioni, abbiamo protestato sedendoci a terra nell’Aula di Palazzo Madama.
Non è un decreto che porta sicurezza: mina le libertà, colpisce il dissenso, marginalizza i più fragili e soffia sul fuoco delle tensioni sociali.
Quello che serve davvero è il rispetto dei diritti, prevenzione, integrazione, politiche sociali capaci di affrontare le disuguaglianze alla radice. Noi continuiamo a batterci contro chi sceglie la paura e il controllo al posto della giustizia sociale e della democrazia.
Questo decreto invece è tutto il contrario, è l’abdicazione dello Stato di diritto a favore della paura. Dopo aver mortificato il Parlamento, negando il confronto e la possibilità di migliorare l’obbrobrio, ora vengono peggiorate leggi esistenti, colpendo soprattutto persone che si trovano in situazioni di vulnerabilità o fragilità sociale. Tutto ciò che è incontrollabile, che devia da una norma definita, diventa reato e il diritto penale sostituisce sempre di più il confronto pubblico, il dibattito politico e civile.
Tutto questo ci avvicina molto e in modo pericoloso alle società illiberali e alle democrazie autoritarie che tanto piacciono a Giorgia Meloni.