
(Como, 27 marzo 2025) – C’è stato un tempo in cui nel frigorifero di quasi tutte le case dei comaschi era riposta una bottiglia di latte fresco, di vetro o di carta, dalla grafica semplice, bianca e azzurra che portava la scritta rossa “Carnini”. Dal cognome della famiglia valtellinese che negli anni 30 si trasferì a Villa Guardia, in provincia di Como, per dedicarsi alla raccolta del latte e alla sua distribuzione a privati, latterie e negozi divenuti poi supermercati, ipermercati nel regno della grande distribuzione. La produzione si estese alle province di Varese, Sondrio e Milano; i prodotti si ampliarono a gelato, yogurt, uova, latte Uht e altro ancora.
Nel 2000 l’acquisizione al gruppo Parmalat, nel 2012 il passaggio a Lactalis. In questi giorni l’annuncio dell’avvio della procedura di licenziamento collettivo per 134 dipendenti su 1.453 e la chiusura dello stabilimento di Villa Guardia, con 15 esuberi su 20 addetti a partire dal primo luglio 2025. Razionalizzazione dei costi logistici e di produzione le motivazioni.
Carnini ha da sempre rappresentato un pezzo di storia dell’industria comasca, un riferimento per il tessuto economico e sociale della nostra provincia, il marchio del latte evocato da un’intera generazione.
Le speranza è che le trattative in corso tra il gruppo Lactalis e i sindacati si concludano per il meglio, cercando di salvaguardare e ricollocare il maggior numero di dipendenti possibili.
Davvero una brutta notizia, per la quale desidero esprimere tutta la mia vicinanza e quella del PD Provincia Como ai lavoratori, alle lavoratrici e alle loro famiglie, costretti a vivere preoccupazioni e incertezze per il futuro. Un dispiacere che colpisce anche il territorio comasco, nonostante il forte ridimensionamento del sito di Villa Guardia fosse stato già avviato negli anni passati.
Si è soliti dire di “non piangere sul latte versato”, oggi però un intero territorio piange il suo latte versato.