
(Roma, 13 marzo 2025) – La maggioranza alla Camera ha approvato in via definitiva la delega al Governo per la revisione delle modalità di accesso ai corsi di laurea magistrale in medicina e chirurgia, in odontoiatria e protesi dentaria e in medicina veterinaria.
Un provvedimento che conferma l’atteggiamento della maggioranza al Governo di trattare l’Università solo come materia per propaganda verbale e tagli reali. Invece di una riforma seria dell’accesso agli studi a medicina, ha approvato una finta abolizione del numero chiuso.
L’articolo 2 dei tre complessivi di cui è composto il testo, infatti, introduce sì il libero accesso ai corsi di laurea in medicina ma limitatamente al primo semestre, al termine del quale è comunque prevista la selezione per accedere al secondo semestre.
Il Governo, infatti, con questa legge delega non fa altro che spostare di sei mesi in avanti il processo di selezione per l’ingresso a medicina, quindi non elimina affatto il numero chiuso in entrata alla facoltà di medicina. Inoltre, con la clausola di invarianza finanziaria, scarica sulle università, gli studenti e le famiglie gli effetti negativi di questo provvedimento. Spostare la selezione di sei mesi, infine, non risolverà i problemi della sanità italiana.
Decorso il primo semestre gli studenti verranno ugualmente selezionati e potranno proseguire solo coloro che avranno conseguito i necessari crediti formativi universitari (CFU) e saranno utilmente collocati nella graduatoria di merito nazionale. Con modalità tutte ancora da chiarire. Il numero chiuso di fatto rimane e un semestre è un tempo troppo breve per una formazione e una valutazione adeguata degli studenti.
La delega, tra l’altro, lascia aperta la possibilità agli atenei di individuare “criteri di sostenibilità” per l’iscrizione al primo semestre.
Come Partito democratico abbiano votato contro a questo provvedimento non perché contrari a mantenere lo status quo nell’accesso alla facoltà di medicina ma perché consideriamo questa delega un grande bluff a danno degli studenti e delle loro famiglie.
Abbiamo presentato emendamenti per sostituire il semestre con l’anno accademico ma la maggioranza li ha bocciati, dimostrando di non considerare che la programmazione universitaria non si fa sui mesi ma sulle annualità accademiche, di anno in anno, così come la programmazione economica delle famiglie che sostengono gli studenti con sacrifici.
Il provvedimento, in definitiva, non affronta nel merito le modalità d’accesso universitario e, in nessun modo, abolisce il numero chiuso, al contrario di quanto dichiarato da molti esponenti del governo.
Siamo di fronte ad una legge bluff che fallisce tutti gli obiettivi che a parole si pone.