
(Roma, 3 marzo 2025) – I dati pubblicati oggi dall’Istat tratteggiano un quadro economico “negativo e preoccupante” del nostro Paese.
Nel 2024 la crescita del Pil è stata molto debole (+0,7%), inferiore alla stima del +1% indicata dal Governo Meloni nel Piano strutturale di bilancio.La crescita è quasi a zero per gli investimenti fissi lordi, così come per la spesa delle famiglie e delle amministrazioni pubbliche. Di fatto, solo l’impatto positivo del PNRR ha salvato l’Italia dalla recessione.
La produzione industriale è in calo costante da ormai 23 mesi consecutivi.
L’unica cosa che cresce sono le tasse: 42,6% nel 2024, aumentate di 1,2 punti di Pil. Quello che il Governo prometteva con la riforma fiscale sta, di fatto, inchiodando imprese e famiglie a tasse sempre più alte. I contribuenti più colpiti, quelli che stanno pagando di più sono i lavoratori dipendenti e i pensionati.
Oltre alle tasse c’è però un altro indicatore che cresce. Dopo tre anni di calo torna, infatti, ad aumentare il debito pubblico, che sale al 135,3% del Pil.
Va meglio sul versante dell’occupazione, ma la creazione di nuovo lavoro si concentra in settori a bassa produttività e bassi salari.
Tutti questi numeri devono spingere quindi l’Esecutivo a cambiare la politica economica e sociale, fino ad oggi fallimentare, a maggior ragione di fronte alla spinta protezionistica dell’amministrazione Trump e alle nubi nere che si addensano nel cielo dell’economia globale.