(Roma, 19 febbraio 2025) – Il Governo non vuole rispondere al Question Time su Paragon, il caso di spionaggio, attraverso lo spyware, di attivisti e giornalisti con il software israeliano.

L’Esecutivo, attraverso una lettera al presidente della Camera Lorenzo Fontana, si è rifiutato di fornire informazioni di fronte alle richieste presentate da Partito Democratico e dalle altre opposizioni, appellandosi all’articolo 131 del regolamento dell’Aula. La missiva, firmata dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, specifica che il governo “ha fornito le uniche informazioni pubblicamente divulgabili” . Tutto il resto, ha sostenuto, è “classificato” e quindi materia del Copasir. Abbiamo chiesto anche al Presidente della Camera dei Deputati, Lorenzo Fontana, di rivalutare la sua scelta. Inutilmente.

Nell’interrogazione chiedevamo di sapere se la Polizia penitenziaria avesse mai acquisito o utilizzato lo spyware Grafite o altri software di sorveglianza prodotti dalla società Paragon Solution. C’erano solo due possibili risposte: No, e allora perché mai il Governo non vuole rispondere in Aula, di fronte al Parlamento? Oppure ; in questo caso si sarebbe potuto apporre il segreto di stato e rimandare il caso e la discussione al Copasir. Ma fare come ha fatto il Governo, ovvero secretare prima di fornire una risposta al Parlamento è inaccettabile.

Il Governo si sottrae al confronto con il Parlamento. La mancata risposta costituisce un grave vulnus al principio di trasparenza e alla funzione di controllo che il Parlamento è chiamato a svolgere. Un pericoloso precedente che fa nuoce al corretto rapporto tra Governo e Parlamento, tra i cui poteri vi è appunto quello di controllo sul governo.

Viene da domandarsi cos’hanno da nascondere? Cosa non possiamo sapere?

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CASO PARAGON: “Governo ancora una volta si sottrare al confronto con il Parlamento”
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