(Roma, 6 febbraio 2025) – Sì, siamo un Paese ricattabile, un fatto questo che stride molto con l’immagine edulcorata che la Presidente Meloni sta cercando di costruire.
L’assenza di ieri alla Camera e al Senato segna la chiara volontà della premier di non voler assumersi fino in fondo la responsabilità di una scelta politica gravissima, ovvero quella di aver scarcerato e rimpatriato con un volo di Stato a Tripoli un pericoloso torturatore libico accusato di crimini contro l’umanità dalla Corte penale internazionale, senza voler rendere conto al Paese e agli italiani di questa decisione politica.
Il Governo dovrebbe anche interrogarsi sul perché sta sistematicamente indebolendo l’autorevolezza delle istituzioni internazionali a partire dalla Corte penale internazionale, sulla quale ieri il ministro Nordio ha detto parole inaccettabili, aprendo un fronte e un contenzioso a livello internazionale. Una responsabilità gravissima per il Governo italiano.
Inoltre il ministro Nordio ha voluto subito sottolineare che il suo ruolo «non è semplicemente quello di un organo di transito delle richieste. È un organo politico che deve meditare sul contenuto di queste richieste in funzione di un eventuale contatto con altri ministeri e funzioni dello Stato. Non faccio da passacarte». E ancora: «Mi stupisce che avete parlato finora senza aver letto le carte». Parole smentite dai fatti o meglio dalla legge. Perchè cosa dice la normativa?
Vediamolo subito. La “Legge del 20 dicembre 2012, n. 237 – Norme per l’adeguamento alle disposizioni dello statuto istitutivo della Corte pneale internazionale” recita all'”Art. 4 – Il Ministro della giustizia dà corso alle richieste formulate dalla Corte penale internazionale, trasmettendole al procuratore generale presso la corte d’appello di Roma perché vi dia esecuzione, ovvero perché, nei casi indicati dall’articolo 99, paragrafo 4, dello statuto, presti assistenza al Procuratore della Corte penale internazionale nello svolgimento dell’attività da seguire nel territorio dello Stato”.
Quindi il ministro della Giustizia avrebbe dovuto “dare corso alle richieste formulate dalla Corte penale internazionale” “perchè vi dia esecuzione”, questo è quello che dice la legge con buona pace di Nordio, che fa la figura di un ministro della Giustizia che non sa nemmeno cosa stabilisce la legge.
Questo ho detto stamattina alla trasmissione ‘Specchio dei tempi‘ su RaiNews 24 e ribadito ieri sera da Bruno Vespa alla trasmissione ‘Porta a Porta‘. Qui per rivedere i miei interventi.