(Roma, 1 febbraio 2025) – Le deputate e i deputati Pd sono stati in questi giorni sentinelle presenti in Albania, nei centri per migranti di Shengjin e Gjader, le due strutture di trattenimento e permanenza volute e fatte appositamente costruire dal Governo Meloni su suolo albanese ma sotto la giurisdizione italiana, frutto del Protocollo Italia-Albania firmato nel novembre 2023 da Meloni e Rama.
Ieri avevamo appena lasciato il centro di Gjadër quando è arrivata la notizia che i giudici della Corte d’Appello di Roma avevano deciso di non convalidare i trattenimenti dei migranti presenti nel centro. Oggi, dunque, 43 migranti egiziani e bengalesi torneranno ancora una volta dall’Albania all’Italia su una nave della Marina militare.
E’ la dimostrazione dell’ennesimo fallimento del Governo Meloni: il fallimento totale del modo in cui il Governo sta gestendo il fenomeno dell’immigrazione, uno spreco di risorse pubbliche che si scontra con il diritto.
Non esiste nessun modello Albania, la Presidente del Consiglio e la destra al governo se ne facciano una ragione, smettendo di esporre il nostro Paese a figure imbarazzanti, mossi solo da un intento propagandistico.
In questa giornata abbiamo avuto la conferma che questa legge e il sistema che ne è generato, con un’applicazione extraterritoriale della detenzione amministrativa, produce una inaccettabile compressione del diritto di asilo sancito dalla nostra Costituzione.
Dell’esperienza di ieri ci sono rimasti negli occhi gli sguardi di quei ragazzi che ci hanno raccontato la loro odissea in mare e le torture subite in Libia, persone che in questi giorni non sono riusciti a parlare nemmeno una volta con un avvocato, mentre il torturatore libico Almasri veniva liberato e riaccompagnato a casa dal Governo italiano con un aereo di Stato.
Meloni la smetta con questa farsa, la smetta di fare la vittima e di attaccare in modo indegno la magistratura: l’unica cosa che deve fare è prendersela con sé stessa per il fallimento delle sue politiche e della sua propaganda.
Qui la mia intervista a Gabriella Cerami su ‘la Repubblica‘.