(Roma, 11 dicembre 2024) – Il 2024 è stato un anno difficile e dal segno meno per le Alpi, i ghiacciai alpini e la biodiversità. E’ il bilancio fatto da Legambiente che oggi, in occasione della Giornata internazionale della montagna, ha presentato all’Università degli Studi di Milano Bicocca il rapporto 2024 della ‘Carovana dei Ghiacciai‘.
I nostri “giganti bianchi”, sono sempre più sottili e quasi tutti in forte arretramento con impatti importanti sugli ecosistemi e la biodiversità. A pesare sul loro stato di salute sono gli effetti della crisi climatica che nel 2024 ha accelerato il passo con il caldo record di quest’estate e lo zero termico in quota, in grado di annullare i benefici delle nevicate tardive di questa primavera, ma anche con i 146 eventi meteo estremi registrati.
Simbolo di questo 2024 è l’Adamello, il più grande ghiacciaio d’Italia, che quest’anno registra una perdita di spessore nel settore frontale di 3 metri ed effetti della fusione fino a 3.100 metri di quota. Ma le condizioni non sono buone nemmeno per il ghiacciaio del Careser (Gruppo Ortles-Cevedale) con 190 centimetri in media di perdita di spessore e per i ghiacciai la Vedretta Lunga (Val Martello) e la Vedretta di Ries (Valle Aurina) con una perdita di spessore sulle lingue tra il metro e mezzo e i due metri.
Una situazione preoccupante che ci dice quanto sia urgente mettere quanto prima in campo politiche di mitigazione e adattamento alla crisi climatica, questioni purtroppo sparite o relegate al fondo dell’agenda del Governo Meloni. Un errore gravissimo: ignorare quanto sta accadendo in alta quota significa non avere contezza dell’entità del fenomeno in atto, significa sottovalutare e ignorare le ripercussioni che inevitabilmente si avranno anche a valle, vuol dire ritardare ogni intervento prezioso di contrasto al cambiamento climatico per migliorare la condizione dei nostri ghiacciai; significa esporre anche il paesaggio alpino e montano a rischi insostenibili.
Legambiente ribadisce “l’urgenza di mettere in campo piani e politiche di adattamento a livello nazionale e regionale, dai comuni montani fino a valle” e presenta un pacchetto di 12 proposte, 6 dal carattere più generale e 6 specifiche per l’area alpina, per una road map europea non più rimandabile, che metta al centro montagne, ghiacciai e biodiversità, da attuare al più presto, già dal 2025, anno internazionale dei ghiacciai.
In particolare l’associazione chiede: 1) avviare con urgenza un piano di monitoraggio della biodiversità degli ambienti glaciali; 2) di completare il monitoraggio delle potenziali aree-rifugio; 3) avviare il recupero dei siti in cattive condizioni, preceduto da adeguati studi specifici sui processi ecosistemici determinati direttamente dai cambiamenti climatici; 4) rendere più stringenti oltre che cogenti gli obiettivi della strategia dell’UE sulla biodiversità al 2020 nelle aree montane; 5) orientare le scelte dell’Unione Europea alla tutela degli ambienti glaciali; 6) sviluppare nuove strategie per migliorare la protezione in situ degli ecosistemi in quota per garantire la loro esistenza e la funzionalità ecosistemica.
Per quanto riguarda l’area pan-alpina, per Legambiente per accelerare l’attuazione della Convenzione delle Alpi e della Strategia europea per la regione alpina (EUSALP) serve: 1) incentivare la connettività ecologica a livello di ecosistema alpino, 2) Implementare il percorso di definizione di Liste Rosse IUCN delle Alpi. 3) Porre particolare attenzione ai rischi antropici. 4) Evitare forme di overturism nelle aree dove la biodiversità e la geodiversità è già messa a rischio dai cambiamenti climatici e al contempo educare i turisti a una fruizione più attenta e consapevole; 5) Raggiungere l’obiettivo di tutelare almeno il 30% del territorio entro il 2030, attraverso strumenti giuridicamente vincolanti, con una particolare attenzione ai ghiacciai e alle nuove aree proglaciali 6) istituire contesti di confronto che coinvolgano amministratori regionali e locali, gruppi di ricerca, associazioni e imprese, per lavorare insieme con l’obiettivo di migliorare la capacità di governance dei ghiacciai alpini, della biodiversità e della geodiversità ad essi connessa.
Qui per approfondire il Report della Carovana dei Ghiacciai