(Roma, 2 ottobre 2024) – Sui temi del lavoro il Pd ha messo in campo, dentro e fuori il Parlamento, le sue proposte. Da tempo riteniamo che sia necessario agire in questo campo per far avvicinare il nostro Paese più rapidamente possibile alle direttive e buone pratiche europee.

Lo abbiamo fatto attraverso la battaglia sul salario minimo, ancora ieri respinto bruscamente in Aula da parte della maggioranza e dal Governo Meloni.

Lo abbiamo fatto intervenendo sul tentativo della destra di allentare le regole riducendo i tempi e i sistemi di controllo sulla pratica subdola delle dimissioni in bianco. Un’ingiustizia pensavamo di aver definitivamente bloccato nel 2015 e che ora invece rischia di farci fare passi indietro, di dieci anni appunto, sulle tutele e i diritti dei lavoratori.

Lo facciamo oggi presentando la proposta di leggeLavoro, poi stacco“, per introdurre e tutelare il diritto alla disconnessione per i lavoratori e le lavoratrici. Il testo, a prima firma di Arturo Scotto, realizzato in collaborazione con l’associazione giovanile ‘L’associata Roma, mira a introdurre limiti di reperibilità al di fuori dell’orario di lavoro.

Le nuove tecnologie rappresentano un’occasione importante, ma possono nascondere anche delle insidie. Molte aziende propongono ai propri dipendenti lo smart working. Servono dunque dei paletti, una normativa chiara sul lavoro agile che regoli la disconnessione ponendo giusti limiti. Un modo per garantire un rapporto di lavoro positivo, che tuteli i lavoratori e le lavoratrici a non essere sottoposti alla reperibilità finito l’orario lavorativo.

Qui per rivedere la conferenza stampa di presentazione della proposta “Lavoro, poi stacco” alla Camera

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LAVORO: “Dal salario minimo al diritto alla disconnessione, avviciniamo l’Italia all’Europa”
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