(Roma, 3 luglio 2024) – In questi giorni si è perfezionata la cessione della rete Tim al fondo statunitense Kkr mediante il conferimento in FiberCop (società controllata al 58% da Tim) del ramo d’azienda che comprende l’infrastruttura di rete fissa e le attività wholesale, e la successiva acquisizione dell’intero capitale di FiberCop da parte di Optics BidCo, società controllata da Kkr. L’operazione è stimata fino a 22 miliardi di euro. L’organico totale di Tim scende quindi da 37.065 a 17.281 persone.

Ci voleva un Governo nazionalista per far si che una rete strategica come la rete di telecomunicazioni italiana finisse nelle mani di un fondo straniero. Si tratta, come ribadisce il collega Andrea Orlando, “di una infrastruttura non solo strategica, ma anche enormemente sensibile.

Appellarsi, come fa il Ministro Giorgetti, alle modalità di privatizzazione, effettivamente discutibili, degli anni ’90 è un modo di deresponsabilizzarsi riguardo a ciò che il Governo avrebbe dovuto e potuto fare oggi, con un ben diverso protagonismo.

Non hanno nulla da dire i ministri e i sottosegretari, a vario titolo competenti, che tutti i giorni rilasciano interviste sui rischi per la sicurezza, sui problemi connessi alla sovranità tecnologica, sulla difesa dell’industria italiana? Le prospettive occupazionali, poi, di questo nuovo assetto sono tutt’altro che rosee e a tacere di tutto il resto, almeno su questo, ci si sarebbe aspettata una parola”.

Share Button
RETE TIM CEDUTA A FONDO STRANIERO: “La destra nazionalista svende uno degli asset strategici d’Italia”
Tag: