(Roma, 28 maggio 2024) – L’attualità della storia delle Ventuno donne che fecero parte dell’Assemblea Costituente emerge dal libro “Ventuno le donne che fecero la Costituzione” di Angela Iantosca e Romano Cappelletto, testo che abbiamo presentato questa mattina a Palazzo Theodoli a Roma.
La Costituzione aveva l’obiettivo non solo di tutelare le donne ma anche e soprattutto di risollevare un intero Paese. A volte quelle donne hanno perso di fronte all’opposizione delle forze più conservatrici ma anche da sconfitte hanno saputo trasmettere qualcosa che è diventato l’oggetto di battaglie successive.
La conquista dei diritti è stata il risultato di tanti conflitti in cui le madri Costituenti hanno saputo imporsi.
Tutte le battaglie che caratterizzano il nostro tempo non sono neutre, hanno un’incidenza e una drammaticità maggiore nei confronti delle donne. Pensate alla nostra battaglia che stiamo facendo sul tema della sanità pubblica: i dati di tantissime ricerche ci dicono che a pagare le spese di una sanità pubblica che non funziona, tra tutte le categorie, ci sono in particolare le donne. E tra i temi, l’attacco ai diritti fondamentali a cui abbiamo assistito, la disparità nel mondo del lavoro, le disuguaglianze salariali. Quel principio previsto dall’articolo 3 della nostra Costituzione, non solo deve rimuovere gli ostacoli che ancora ci sono, come ci invita a fare, ma ci impone anche di rendersi conto che un’affermazione di principio da sé non è sufficiente a dare veramente il giusto riconoscimento e a realizzare l’impegno e l’impronta che le madri costituenti hanno dato nel riscrivere la Costituzione.
Penso che tutti i temi di cui il Parlamento si deve occupare debbano avere la capacità di uno sguardo che non nega le differenze e le diversità, le riconosce, ma coglie ancora di più l’importanza di come un avanzamento della società, come è stato nel dopoguerra, come è stato negli anni della ricostruzione, che oggi abbiamo da affrontare.
La sfida della riduzione delle disuguaglianze, di garantire un percorso di crescita, di sviluppo che sia davvero sostenibile, deve ancora ogni giorno vedere il nostro impegno, di tutte e di tutti noi, perché l’apporto e il contributo delle donne sia decisivo e pienamente riconosciuto, così come è stato negli anni della nascita della nostra democrazia della Repubblica. E abbiamo visto il contributo e il rapporto decisivo, fondamentale e prezioso delle 21 madre costituenti.