(Roma, 14 maggio 2023) – Oggi alla Sala della Regina per la presentazione della Relazione sull’attività svolta nel 2023 dall’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione, che guidata dal presidente, Giuseppe Busia ha confermato, purtroppo, come il malaffare sia ancora radicato nel nostro Paese.

Nononostante gli sforzi compiuti l’Italia registra ancora dati poco incoraggianti“. La classifica degli Stati europei sullo stato di diritto, contenuta nell’ultimo Rapporto dell’European Court of Auditors, la Corte dei conti europea, vede, infatti, “il nostro Paese in una posizione ancora troppo arretrata“. Mentre dal Rapporto 2023 sulle attività della Procura europea, “l’Italia è il Paese con il valore più alto in termini di danni finanziari al bilancio dell’Ue stimati a seguito di frodi e malversazioni, anche riconducibili alla criminalità organizzata“.

Per non parlare della corruzione negli appalti pubblici che “inquina la democrazia”. Si sprecano risorse pubbliche, si mette a rischio la sicurezza dei lavoratori, si cancella concorrenza e trasparenza come nel caso della Diga di Genova.

La strada da percorrere è dunque ancora lunga. Siamo ancora indietro nella lotta alla corruzione. La soluzione? La dà lo stesso presidente Busia: “Dobbiamo creare un apparato di regole di contrasto alla corruzione. Questo è possibile, in altri Paesi del mondo ciò accade. Partendo dall’esperienza, da quello che sta emergendo, come elemento per creare regole che siano garanzia per il futuro“.

Il Governo raccolga l’allarme di Anac e corregga la rotta.

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CORRUZIONE-ANAC: “Malaffare ancora radicato nel nostro Paese”
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