(Roma, 11 luglio 2023) – Anche quest’anno il Rapporto Ecomafia 2023 di Legambiente presenta un quadro a tinte fosche che non deve farci abbassare la guardia sull’intreccio tra interessi illeciti e sfruttamento dell’ecosistema.
Nel 2022 le violazioni delle norme poste a tutela dell’ambiente, sommando reati ambientali e illeciti amministrativi, sfiorano quota 100.000 (97.716 quelle contestate, alla media di 268 al giorno, 11 ogni ora).
Il maggior numero di illeciti si registra nel ciclo illegale del cemento, i reati contro la fauna e il ciclo dei rifiuti. E’ questa, in sintesi, quanto evidenzia il Rapporto Ecomafia 2023 di Legambiente presentato oggi alla Camera dei Deputati.
Un Rapporto che purtroppo continua a rimarcare come la morsa delle ecomafie rimanga ben salda. Uno scenario che deve muoverci ad interventi più incisivi sia nell’azione preventiva che nel perseguire i reati.
In particolare salta agli occhi la preoccupante crescita del ciclo illegale del cemento lungo tutta la filiera, dalle cave ai reati urbanistici, dalla produzione di calcestruzzo alle imprese di costruzione (12.216 illeciti, pari al 39,8% del totale, con una crescita del +28,7% rispetto all’anno precedente) e l’impennata dell’abusivismo edilizio soprattutto dopo gli ultimi avvenimenti che hanno colpito aree fragili del nostro Paese.Per questo occorre un controllo molto più capillare e diffuso, aumentando risorse e strumenti a disposizione delle amministrazioni.
Preoccupa, in questo quadro, il nuovo Codice degli appalti che, con le misure dei subappalti a cascata e degli affidamenti senza gare, rischia di favorire infiltrazioni della criminalità organizzata. Intanto mancano ancora dopo anni i decreti attuativi per il Sistema nazionale di protezione ambientale.
Ritardi inaccettabili se vogliamo attivare un’azione conoscitiva e di controllo pubblico della qualità dell’ambiente e promuovere politiche di sostenibilità ambientale e di prevenzione sanitaria a tutela della salute pubblica dopo che proprio in queste ore studi scientifici segnalano come il nostro Paese sia quello con il maggior numero di decessi causati dal sensibile aumento delle temperature.
Abbiamo una responsabilità verso i cittadini che ci impone di non abbassare l‘attenzione e di ascoltare l’allarme e le proposte di Legambiente.
Clicca qui e qui per approfondire il Rapporto Ecomafia 2023 di Legambiente.
Qui sotto il mio intervento mentre qui il video completo della presentazione alla Camera.
Ecomafie 2023