(Roma, 27 novembre 2022) – Oggi è la giornata del lutto e del cordoglio per le vittime di Ischia. E della riconoscenza per il sistema della Protezione civile e per tutte le istituzioni che da giorni ormai stanno facendo il massimo per salvare vite e portare soccorso.

Una tragedia che ci ricorda ancora una volta che l’Italia è un paese fragile, segnato dal dissesto idrogeologico, da un consumo di suolo dissennato, dall’abusivismo edilizio. Serve un grande piano di cura e manutenzione del territorio, serve attuare le norme di semplificazione approvate e sbloccare i tanti soldi non spesi per la prevenzione, approvare e rendere operativo il piano di adattamento ai cambiamenti climatici che da troppo tempo (e troppi Governi) non è ritenuto una priorità.

Il Governo Meloni ha giustamente dichiarato lo stato di emergenza e si è impegnato a intervenire per aiutare la popolazione di Ischia così colpita. Anche dall’opposizione verificheremo e sosterremo scelte che vanno in quella direzione, ma incalzeremo anche il Governo ad agire per rafforzare la prevenzione del dissesto idrogeologico e per destinare alla lotta ai cambiamenti climatici e alla cura del territorio le risorse necessarie, evitando di destinarle a investimenti inutili o peggio dannosi.

Ma in queste ore leggo anche molte dichiarazioni che mi lasciano sconcertata riguardo a una scelta sbagliata e dannosa assunta nel 2018 dal Governo Conte I sul condono di Ischia. In Parlamento insieme al gruppo del Partito Democratico, alle altre opposizioni di centrosinistra e alle tante voci ambientaliste contrastammo duramente quella norma, che niente aveva a che fare con il Decreto Genova in cui fu inserita (quello sulla tragedia del Ponte Morandi per intenderci). Fu tutto inutile perché anche il Parlamento i 5Stelle e la Lega la votarono e divenne legge.

Nel 2018 il Governo gialloverde intervenne così su Ischia, colpita da un terremoto l’anno precedente, prevedendo di applicare, in modo del tutto strumentale in relazione alla ricostruzione, alle migliaia di pratiche non concluse di sanatoria le norme del primo condono edilizio, quello di Craxi e di Nicolazzi, della legge n. 47 del 1985, ovvero quello a maglie più larghe, che permetteva di sanare sostanzialmente tutto. Le norme sul condono previste dall’articolo 25 andavano, infatti, ad agire su un contesto molto particolare, come quello di Ischia, uno dei contesti più fragili del nostro Paese dal punto di vista sismico e del rischio idrogeologico, dove purtroppo la piaga dell’abusivismo edilizio è una questione irrisolta da decenni. Con quella norma del 2018 si stabilì che tutte le pratiche di condono pendenti dovessero essere evase nei successivi sei mesi, applicando esclusivamente le norme del condono del 1985. Ciò consentì di sanare migliaia di abusi edilizi mai regolarizzati e che sarebbero stati insanabili per i condoni successivi. Significò sanare abusi realizzati in aree a rischio idrogeologico, con la beffa di finanziare, con risorse pubbliche, dei cittadini italiani, la ricostruzione di immobili abusivi anche in aree pericolose, anche a beneficio di soggetti condannati in via definitiva per reati di stampo mafioso, esclusi invece ad esempio dal condono del 2003.

Quale fu l’effetto? L’applicazione impropria a Ischia del condono più permissivo di sempre e di fatto il blocco totale di tutte le pratiche di eliminazione e abbattimento degli immobili abusivi. Una scelta scellerata.

Ora leggo goffi tentativi di negare la gravità di quella scelta: da Conte, che allora guidava quel Governo, dal M5S; dalla Lega; tutte forze che votarono quella norma in Parlamento. Noi la contrastammo con forza, come ho detto, e votammo contro il decreto per quella ragione (ed anzi in quei giorni fummo anche rimproverati per la nostra posizione contraria).

Quello di Ischia fu un condono a tutti gli effetti, una norma sbagliata e irresponsabile. Ma ricordo bene come anche negli anni successivi non sono mancati altri tentativi di allargare le maglie delle sanatorie, di indebolire le norme approvate dal Parlamento per dare corso agli abbattimenti, per insinuare il concetto pericolosissimo di “abusivismo di necessità”.

Ho personalmente combattuto queste norme e tutti questi tentantivi, spesso solo con il mio gruppo parlamentare, con chi in quei passaggi rappresentava il Pd al Governo e con pochi altri colleghi e spesso nel silenzio di molti altri.

È positivo il fatto di essere oggi in tanti a schierarci contro i condoni e l’abusivismo edilizio e a ricordare come dobbiamo prenderci cura di un territorio fragile. Succede quasi sempre dopo una tragedia come quella di Ischia, ma non basta. Questa indignazione si traduca in azione, su due proposte molto semplici e concrete: approviamo finalmente in questa Legislatura una legge contro il consumo di suolo e diamo ai Sindaci e ai Prefetti gli strumenti e le risorse per abbattere davvero gli immobili abusivi.

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ISCHIA: “Condono del 2018 scelta drammaticamente sbagliata e dannosa”
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