(Roma, 09 novembre 2022) – Questa mattina è iniziato in Commissione Speciale l’esame della Nota di aggiornamento del DEF 2022, con l’audizione del Ministro dell’Economia Giorgetti.
Doveva essere il primo documento programmatico del nuovo Governo, sulle misure economiche, fiscali, di investimento; doveva indicare la strada per attuare tutte le promesse fatte dalla destra in campagna elettorale. Niente di tutto questo. Un’impostazione solo tecnica e per niente politica, per la prima volta nessuna indicazione delle priorità della Legge di Bilancio che di qui a qualche settimana il Governo dovrà presentare.
In Commissione Speciale con i colleghi del Partito Democratico di Camera e Senato abbiamo segnalato due criticità assolute: l’assenza di un impegno per garantire la tenuta del sistema sanitario nazionale pubblico e universale, con una contrazione insostenibile delle risorse indicate nel tendenziale alla sanità. La seconda è la debolezza delle indicazioni date sulla realizzazione del PNRR, su cui manca qualunque consapevolezza di quanto sia fondamentale dispiegare ogni sforzo per garantire la fattibilità degli investimenti e far fronte all’aumento dei costi delle materie prime che paralizzano le stazioni appaltanti e le imprese.
Accanto a questi voglio sottolineare un altro punto molto critico della Nota di aggiornamento, per la parte relativa ai riscontri forniti dal documento del Governo alle Raccomandazioni specifiche formulate dal Consiglio dell’Unione europea lo scorso 12 luglio sulla base di quanto esposto dal Programma Nazionale di Riforma contenuto nel DEF.
Una di queste Raccomandazioni recita “Ridurre la dipendenza complessiva dai combustibili fossili e diversificare le importazioni di energia; superare le strozzature per accrescere la capacità di trasporto interno del gas, sviluppare interconnessioni delle reti di energia elettrica, accelerare il dispiegamento di capacità supplementari in materia di energie rinnovabili e adottare misure per aumentare l’efficienza energetica e promuovere la mobilità sostenibile”.
È veramente paradossale leggere nel documento del Governo che “l’obiettivo resta valorizzare la produzione nazionale di gas naturale incrementando le forniture e gli stoccaggi, anche ai fini di sicurezza energetica”. Pochissime parole sulle rinnovabili: si parla solo di sviluppo delle reti e delle connessioni elettriche, nessun impegno concreto sullo sblocco e l’accelerazione delle procedure di autorizzazione e realizzazione delle rinnovabili che oggi è la va priorità.
L’intenzione del Governo di destra è aumentare l’utilizzo delle fonti fossili, cancellando ogni pianificazione basata su dati tecnici e scientifici e derogando le norme ambientali, cosa ben diversa da aumentare la sicurezza energetica del Paese attraverso la scelta già fatta sui rigassificatori, su cui faccio notare che il Governo e in particolare il partito della Meloni continua a essere a dir poco ambiguo, specie per il rigassificatore di Piombino visto che il loro Sindaco ha già annunciato il ricorso al TAR contro l’autorizzazione del Presidente e Commissario Giani.
La ricetta della destra è sempre la stessa: più fonti fossili, l’esatto opposto di quello che chiede di fare la Raccomandazione del Consiglio, delle linea chiara indicata dai programmi europei (da Fit for 55 al Repower EU) e di quello che si sta discutendo come priorità assoluta in questi giorni alla COP27 per evitare che l’emergenza climatica si traduca in una tragedia climatica.