(Roma, 9 agosto 2022) – Questa XVIII legislatura è stata una delle più complesse della storia repubblicana. Di certo quella che più di ogni altra ha visto l’avvicendarsi di maggioranze e governi di segno molto diverso tra loro.
Le difficoltà sono evidenti già all’indomani del voto del 4 marzo 2018. Occorrono quasi tre mesi di estenuanti trattative, con continue e differenti ipotesi di accordo e anche l’eventualità di un repentino ritorno alle urne, prima di assistere alla nascita del primo governo Conte, fondato sul cosiddetto “contratto” tra Movimento 5 Stelle e Lega. La maggioranza “gialloverde” vara alcune misure insufficienti e mal congegnate, altre assolutamente vergognose, come i famigerati “Decreti Sicurezza”, che incontrano la netta e ferma opposizione del Partito Democratico.

Trascorre poco più di un anno e si arriva alla famosa estate del 2019, l’estate del Papeete”, quando ai primi di agosto il segretario della Lega e Ministro dell’Interno Matteo Salvini si rivolge agli elettori chiedendo “pieni poteri”. La conseguenza immediata è la crisi del governo.

Il Partito Democratico, di fronte al rischio di una pericolosa deriva autoritaria, decide di sostenere la formazione di un nuovo esecutivo. È una scelta di responsabilità, che consente di aprire una nuova fase politica, con il formarsi di una maggioranza “giallo-rossa” che di lì a non molto avrà il compito di saper affrontare le pesantissime conseguenze della pandemia scoppiata a marzo 2020 e di presentare il Paese in condizioni adeguate all’appuntamento con il varo del
Next Generation Eu”.

A gennaio 2021, però, la legislatura è nuovamente terremotata. Le tensioni politiche portano alle dimissioni dei Ministri di Italia Viva e alla caduta dell’esecutivo. Il Presidente Mattarella individua in Mario Draghi la personalità migliore, la più autorevole, per guidare un governo di unità nazionale che consenta al Paese di affrontare la situazione più grave in cui si sia trovato dal dopoguerra e di gettare le basi di quella che si presenta come una vera e propria opera di ricostruzione. Il PD si pone con grande determinazione come pilastro dell’azione del governo. In un anno e mezzo viene portato avanti un lavoro decisivo, sia per dare risposte sul piano emergenziale alle famiglie, ai lavoratori e alle imprese italiane, che vedono le loro condizioni peggiorare ulteriormente con l’aggressione russa all’Ucraina, sia per avviare le profonde riforme permesse dalle risorse del PNRR e in grado di far approdare l’Italia, finalmente, a un nuovo modello di sviluppo sostenibile, equo e inclusivo.

Questo lavoro viene interrotto a luglio 2022, a causa della scelta sciagurata e irresponsabile di chi, il Movimento 5 Stelle, ha innescato la crisi, e di chi, Lega e Forza Italia, con totale irresponsabilità e cinismo ne ha approfittato per il proprio presunto tornaconto elettorale. È così che si ferma il percorso delle riforme del governo Draghi, che stava portando l’Italia fuori dalle secche e le stava facendo recuperare credibilità e forza sul piano internazionale. Ed è
così che si conclude, con l’inevitabile scelta del Presidente Mattarella di sciogliere le Camere, una legislatura decisamente complicata e turbolenta, che tra i pochi punti fermi ha avuto la coerenza e l’impegno del Partito Democratico, pronto in ogni passaggio ad anteporre responsabilmente l’interesse generale a quello particolare e di parte.
A questo sono state sempre ispirate le nostre idee, le nostre posizioni, le misure che abbiamo sostenuto e quelle che come Gruppo parlamentare alla Camera dei deputati abbiamo proposto e portato avanti. In molti casi fino alla loro approvazione, in altri senza aver purtroppo fatto in tempo a compiere gli ultimi decisivi passi.

Di questo nostro lavoro vogliamo dar conto, in modo sintetico, attraverso una sorta di resoconto della XVIII Legislatura, curato dagli Uffici Documentazione e Studi, e Legislativo del Gruppo PD alla Camera, che trovate qui.

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RESOCONTO DELLA XVIII LEGISLATURA: “PD competente e responsabile”
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