(Roma, 18 maggio 2022) – La Commissione Europea approva RePowerEu per uscire da dipendenza gas russo; acquisti comuni, obiettivi più ambiziosi su risparmio e efficienza energetica, forte spinta a rinnovabili.
Un passo in avanti importante per un’Europa più forte che accelera verso energie pulite.
“Possiamo sostituire i combustibili fossili russi lavorando su tre livelli – ha detto la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen –: dal lato della domanda, con il risparmio energetico; dal lato dell’offerta, diversificando le nostre importazioni di energia dai combustibili fossili e accelerando la transizione verso l’energia pulita”. Con il piano “mobilitiamo quasi 300 miliardi di euro. Circa 72 miliardi di sovvenzioni e 225 miliardi di euro di prestiti”.
Nello specifico, la Commissione propone di rafforzare le misure a lungo termine con un aumento dal 9% al 13% dell’obiettivo vincolante di efficienza energetica nell’ambito del pacchetto Fit for 55 per l’attuazione del Green Deal europeo.
Bruxelles ha inoltre adottato una comunicazione per incentivare i cambiamenti comportamentali che nel breve periodo potrebbero ridurre la domanda di gas e petrolio del 5% e incoraggia gli Stati membri ad avviare campagne di comunicazione specifiche da dedicare alle famiglie e all’industria.
Per diversificare le forniture dalla Russia, la Commissione europea utilizzerà una nuova piattaforma energetica dell’Ue per consentire acquisti comuni volontari di gas, gas naturale liquefatto e idrogeno mettendo in comune la domanda Ue e ottimizzando l’uso delle infrastrutture. Come passo successivo, replicando il modello del programma comune di acquisto di vaccini, la Commissione valuterà lo sviluppo di un “meccanismo di acquisto congiunto” che negozierà e contrarrà gli acquisti di gas per conto degli Stati membri partecipanti.
Ma il ‘cuore’ del piano Ue di reazione alle minacce della Russia di lasciare l’Europa senza energia è la proposta di aumentare l’obiettivo per il 2030 sulle energie rinnovabili dal 40% al 45% nell’ambito del pacchetto Fit for 55. Un traguardo da raggiungere raddoppiando la capacità energetica fotovoltaica entro il 2025 e installando pannelli solari per 600 GW entro il 2030. Di qui “l’obbligo legale graduale” di installare pannelli solari sui nuovi edifici pubblici e commerciali entro il 2025 e sui nuovi edifici residenziali entro il 2029. Il piano mira anche a raddoppiare il tasso di diffusione delle pompe di calore e misure per integrare l’energia geotermica e solare termica nei sistemi di teleriscaldamento.
Il RepowerEU include anche una raccomandazione per contrastare la lentezza del procedimenti di autorizzazioni per i grandi progetti sull’energia rinnovabile e un emendamento mirato alla direttiva sulle energie rinnovabili per riconoscere le fonti verdi come un interesse pubblico prioritario.
Inoltre il piano fissa un obiettivo di 10 milioni di tonnellate di produzione nazionale di idrogeno rinnovabile e 10 milioni di tonnellate di importazioni della fonte pulita entro il 2030 per sostituire gas naturale, carbone e petrolio nelle industrie e nei settori dei trasporti difficili da decarbonizzare. Per accelerare i progetti sull’idrogeno verranno inoltre stanziati 200 milioni di euro per la ricerca.
Il RepowerEUprevede anche una serie di azioni per ridurre il consumo di combustibili fossili nell’industria e nei trasporti. Misure che dovrebbero garantire di risparmiare fino a 35 miliardi di metri cubi di gas naturale entro il 2030, oltre a quanto già previsto dalle proposte sul Fit for 55.
La Commissione presenterà dunque un pacchetto per la sostenibilità del trasporto merci e valuterà un’iniziativa legislativa per aumentare la quota di veicoli a emissioni zero nelle flotte di auto pubbliche e aziendali. Interventi che chiederanno finanziamenti per 210 miliardi di euro da qui al 2027.
I soldi arriveranno dalle risorse non utilizzate del Next Generation EU, dei Fondi di coesione e della Politica agricola comune. Oltre ad attingere ai 225 miliardi di euro di prestiti ancora non richiesti nell’ambito del Recovery fund, gli Stati potranno contare su una dotazione finanziaria extra del Recovery da 20 miliardi di euro in sovvenzioni ricavate dalle vendite del sistema per lo scambio delle quote di emissione dell’Ue (Ets). Altre risorse arriveranno dalla politica di coesione, sia in forma diretta (con fino a 100 miliardi di euro in energie rinnovabili, idrogeno e infrastrutture) che tramite e una deviazione di 26,9 miliardi di euro che potrebbero essere resi disponibili in trasferimenti volontari al Recovery fund dai singoli Stati membri. Lo stesso meccanismo di passaggio delle risorse può essere applicato a 7,5 miliardi di euro della Politica agricola comune (Pac). La Commissione inoltre raddoppierà il finanziamento disponibile per l’invito su larga scala 2022 del Fondo per l’innovazione questo autunno portandolo a circa 3 miliardi di euro.