(Roma, 9 maggio 2022) – Oggi, 9 maggio è una giornata particolare, nella quale si intrecciano eventi di ieri e di oggi destinati a lasciare cicatrici importanti nella storia di popoli e Paesi.
Era il 9 maggio del 1978 quando vennero ritrovati i corpi senza vita di Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana, rapito e assassinato dopo 55 giorni di prigionia dalle Brigate Rosse, e di Peppino Impastato, giornalista, attivista antimafia, che dai microfoni di Radio Aut a Cinisi in Sicilia denunciava Cosa Nostra, per questo finito morto ammazzato. Il primo rinvenuto crivellato da 11 colpi esplosi da una mitraglietta Skorpion, nel baule di una Renaul quattro rossa, parcheggiata in via Caetani a Roma, a metà strada dalle allora sedi della DC e del PCI; il secondo recuperato nei pressi dei binari ferroviari della tratta Palermo-Trapani, il corpo imbottito di tritolo dilaniato dall’esplosione.
Oggi la Russia, che il 24 febbraio scorso si è resa artefice di una folle guerra contro l’Ucraina, e l’Europa celebrano la fine del nazifascismo e della Seconda guerra mondiale. L’una con una parata militare nella piazza Rossa di Mosca per commemorare il ‘Giorno della vittoria patriottica‘ in cui l’Armata russa sconfisse le truppe tedesche del Terzo Riech; l’altra con la Festa dell’Europa e l’evocazione dello storico discorso dell’allora ministro francese Robert Schuman e dal suo consigliere Jean Monnet, tenuto a Parigi il 9 maggio 1950, preludio della futura Europa di pace e di integrazione. Il tutto mentre sempre oggi, le paure e i timori per lo scoppio della della Terza guerra mondiale purtroppo non sono ancora dissipati. Roma e Palermo, Bruxelles e Mosca.
Un intreccio di storie il 9 di maggio. Una giornata che dovrebbe unire tutta l’Europa e la Russia nel celebrare la vittoria contro il nazifascismo e che invece, quest’anno più che mai separa e divide, segnando un solco doloroso e violento che tutti noi speriamo possa quanto meno attenuarsi e giungere, nell’immediato, ad una tregua.