(Roma, 22 settembre 2021) – Dalla 76esima sessione dell’Assemblea Generale della NazioniUnite, in corso in questi giorni, si registrano due importanti prese di posizione sul fronte della lotta ai cambiamenti climatici. Ad annunciarle i presidenti di StatiUniti e Cina.
“Non costruiremo più centrali a carbone all’estero”, ha detto in un videomessaggio il presidente Xi Jinping, aggiungendo: “La Cina aumenterà il sostegno ad altri Paesi in via di sviluppo perché si dotino di energia verde”. Da diversi anni ormai la Cina è il più grande finanziatore e costruttore di nuove centrali a carbone in molti Paesi in via di sviluppo, soprattutto in Asia. I 47 progetti in 20 Paesi in via di sviluppo per centrali alimentate a carbone, che se entrassero in funzione sprigionerebbero altre e alte quantità di emissioni nocive di gas terra, dovrebbero quindi, stando alle parole pronunciate dal leader cinese, essere bloccati o più plausibilmente modificati, seguendo la direzione di una riconversione infrastrutturale.
L’intervento di Xi Jinping ha seguito di poche ore quello del presidente degli Stati Uniti. “Siamo a un punto di svolta nella storia e questo decennio sarà decisivo per il mondo” ha premesso Joe Biden annunciando di voler raddoppiare gli aiuti finanziari, previsti dal piano Usa, alle nazioni più povere portandoli a un totale di 11,4 miliardi di dollari entro il 2024. L’intento è quello di fare in modo che anche questi Paesi possano passare a un’energia più pulita e far fronte agli impatti del riscaldamento globale. “Questo renderà gli Usa leader nel finanziamento“, ha affermato Biden assicurando anche che lavorerà con il Congresso per raggiungere questo obiettivo.
Due messaggi importanti in termini di politiche ambientali, di lotta al riscaldamento globale, pronunciati dalle due più grandi superpotenze mondiali, davanti al mondo.
Due annunci che accogliamo con piacere sapendo, tuttavia, che abbiamo ancora molta strada da fare incominciando dall’obiettivo più prossimo, quello di rendere un successo la COP26, che si terrà ai primi di novembre a Glasgow, segnando un vero punto di svolta nei nostri sforzi collettivi per affrontare la crisi climatica.
