(Milano, 25 gennaio 2021) – Il Presidente Attilio Fontana grida al complotto, ma ora si scopre che la Regione Lombardia ha sbagliato a fornire i dati in base a cui i nostri territori sono stati classificati in zona rossa.
Ma fino a quando dovremo sopportare la gestione pessima e irresponsabile di questa amministrazione?
Ancora in queste ore Fontana cerca in tutti i modi di confondere le acque. Ma sono i numeri e gli atti – della stessa Regione Lombardia – a chiarire che l’errore commesso e persino riconosciuto dalla Regione è all’origine dell’errato inserimento della Lombardia in zona rossa. E questo breve articolo pubblicato ieri sul Corriere della Sera, di seguito riportato, grazie anche ad un’esclusiva del Tg3, lo spiega benissimo.
“Ci sono due versioni opposte nello scontro tra Lombardia e governo sui dati che hanno mandato la regione in zona rossa per una settimana: dal 17 al 24 gennaio. Ma si tratta di uno scontro tutto politico perché i numeri – così come sono stati validati dal Cts e come risulta dalla stessa relazione che i tecnici lombardi hanno inviato all’Istituto superiore di sanità – sembrano dimostrare che l’errore è stato compiuto proprio nel calcolo che ogni settimana la Regione fa, prima di inviare a Roma il numero finale dei guaritiè quello dei sintomatici. E dunque per capire chi ha ragione basta leggere i documenti ufficiali. In serata, poi, il Tg3 ha mostrato in esclusiva l’immagine di una mail inviata dal Pirellone all’Iss, nella quale si chiede di ricalcolare l’Rt alla luce di nuovi dati. In particolare «recependo le modifiche definite a livello tecnico relative al conteggio dei pazienti guariti e deceduti» […]
«Nei giorni scorsi la Regione si è accorta di aver finora contato più infetti di quelli che realmente ci sono. Sembra paradossale, ma è la verità: tra i casi ci sono anche centinaia di guariti. Tutti loro nei report compilati da Cereda compaiono come persone con «inizio sintomi», ma senza la descrizione dello stato clinico (asintomatico, paucisintomatico, sintomi). Nell’allegato tecnico che la Regione Lombardia ha inviato al Tar, integrato nelle ultime ore, l’assessorato alla Sanità scrive: «Finora la sovrastima dell’Rt ( che si trascina dal 12 ottobre, ndr ) è stata mascherata dal fenomeno più rilevante in termini numerici dell’aumento dei casi della seconda ondata (oltre 300 mila). Pertanto tale fenomeno si è osservato solo adesso evidenziando in tal modo la sovrastima del Rt». Insomma: finora mai nessuno della Regione s’è accorto della questione”».
Fontana, dunque, la smetta di sottostare ai diktat di Salvini e inizi a fornire i dati con trasparenza, collabori davvero con gli enti locali e le opposizioni. Altrimenti si faccia da parte, la Lombardia ne ha solo da guadagnare.