(Roma, 5 dicembre 2020) – Secondo gli ultimi dati del rapporto annuale Ispra 2020, in Italia il consumo di suolo ha raggiunto il 7,1% del totale. Da 8.100 chilometri quadrati degli anni ’50 a 21.400 chilometri quadrati nel 2019 di terreno irrimediabilmente perduto.
Il Veneto, con 785 ettari in un anno, è la regione che nel 2019 ne consuma di più, seguita dalla Lombardia (+642) e dalla Puglia (+625). Consumare suolo, anche a fronte di eventi atmosferici estremi sempre più frequenti a causa del cambiamento climatico in atto, aggrava il dissesto idrogeologico e mette a rischio la sicurezza di cittadini e aziende colpite da allagamenti, frane e bombe d’acqua.
Senza dimenticare la grave perdita di ettari di superficie coltivabile da cui proviene il cibo italiano.
Non si può più aspettare; serve al più presto una disciplina nazionale contro il consumo di suolo che accompagni il recupero del patrimonio edilizio esistente e restituisca alla natura superfici impermeabilizzate.
La rigenerazione urbana sarà uno dei pilastri degli investimenti previsti dal Recovery Plan, così come la messa in sicurezza idrogeologica del territorio. Proteggere il suolo, tutelando il suo primario valore ambientale, è un dovere che abbiamo soprattutto nei confronti delle generazioni future.