(Como, 27 settembre 2020) – Ti mandarono in un campo di concentramento non perché ebrea, non perché partigiana né perché politica. Ti mandarono in un campo di concentramento perché difese gli altri. Ines Figini era soltanto un’opera in una fabbrica di Como, a Tintoria Comense. A 22 anni aderì allo sciopero generale del 1944 contro la dittatura. Mentre la polizia arrestava i responsabili dello sciopero, lei cercò di difenderli. Per questo la deportarono, prigioniera numero 76150.
A Mauthausen, Auschwitz-Birkenau e Ravensbruck. Vide l’orrore, vide bambini mandati a morire nelle camere a gas. E quando venne liberata, per anni non riuscì a parlarne.
Fino a quando non decise che era anche suo compito farlo: parlarne, ricordare. E così, per anni, ha girato scuole, convegni, associazioni. Tutto con il solo scopo di raccontare quanto accaduto, quanto lei aveva visto con i suoi occhi.Ines si è spenta ieri a 98 anni dopo una vita di lotta.
A lei, al suo ricordo, il nostro più alto saluto. Non ti dimenticheremo.
“Tanto tu torni sempre”. Addio, Ines.