(Roma, 27 maggio 2020) – 750 miliardi di euro proposti dalla Commissione UE attraverso il Recovery Fund per combattere le conseguenze economiche della diffusione del coronavirus.
La proposta presentata poco fa dalla presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, si chiamerà Next Generation EU. Il fondo sarà formato per 500 miliardi di euro da sovvenzioni a fondo perduto e per 250 miliardi da prestiti a lungo termine.
Per l’Italia ci dovrebbero essere circa 172 miliardi di euro, di cui circa 81,8 a fondo perduto e 90,9 come prestiti.
Il Recovery Fund si va ad aggiungere ai 1.100 miliardi di bilancio pluriennale UE per un totale di 1.850 miliardi. Il denaro sarà reperito sui mercati dai bond continentali emessi dalla Commissione.
Un risultato inimmaginabile fino a qualche mese fa, per il quale l’Italia si è spesa e battuta con forza; un “momento generazionale” nella storia dell’Europa, “una generazione che è responsabile, consapevole e crede nel futuro, crede nello Stato di diritto e nella dignità umana, che è determinata a chiedere conto ai Governi del loro operato nel contrastare il cambiamento climatico e salvare la natura“.
Il testo completo del discorso di Ursula von der Leyen al Parlamento europeo
Signore e signori deputati l’Europa è una storia generazionale e ogni generazione in Europa ha a sua volta una sua storia. La generazione che ha fondato l’Ue ha sentito parlare di una costruzione di una pace duratura all’indomani della distruzione e del dolore della guerra. Per la generazione successiva si trattava di perseguire il benessere e la libertà come obiettivi scegliendo l’unità del mercato interno e poi la moneta unica. E poi si è trattato di riunire la famiglia europea accogliendo i nostri fratelli e sorelle che una volta erano separati da noi nel cuore dell’Europa.
Tutte queste generazioni e tutti questi traguardi storici sono stati fonte di ispirazione per chi verrà in futuro e si sono basati sui successi del passato. Si è trattato tante volte di scegliere e le scelte fatte sono state quelle di un percorso comune nella stessa direzione. In questi momenti decisivi abbiamo sempre scelto di andare avanti e di andare avanti insieme. Perché per l’Europa le misure più impegnative saranno sempre anche le più certe. È così che abbiamo costruito un’Unione di pace e di benessere che non conosce nel mondo uguali e nemmeno precedenti nella storia.
Onorevoli deputati, siamo in un momento decisivo. Tutto è partito da un virus invisibile all’occhio umano e ne è nata una crisi economica senza precedenti, di portata mastodontica. L’Europa costruita in 70 anni è stata messa a dura prova, una prova così dura che mai ne avevamo avuta una così impegnativa prima d’ora.
Cose che erano scontate per tutti sono state messe in discussione. Ora è il mercato unico che dovrà riprendere le regole di par condicio per tutti, che vanno ripristinate insieme anche alle piene libertà. Questa crisi ha tante ripercussioni più o meno visibili su tutti i Paesi membri dell’Ue e nessuna di queste potrà essere risolta o quanto meno affrontata da Paesi in isolamento. Quello che fallisce in un Paese può essere un’opportunità in un altro, ma anche un’economia che tentenna in un’angolo dell’Unione europea può avere ripercussioni ancora più negative su altri Paesi membri.
Abbiamo visto in tutti gli Stati membri a cosa portano le disparità e le diversità sul piano fiscale e sul piano della sovranità. Non c’è più in questo momento l’equilibrio di prima. Eppure ci troviamo sempre di fronte alla stessa scelta binaria: se procedere da soli lasciandosi alle spalle Paesi e regioni e accettare un’Unione di chi ha e chi non ha; oppure procedere insieme e battere un sentiero che poi sarà percorso anche dalle prossime generazioni future.
La scelta tra queste due alternative è chiara: io voglio fare un nuovo, ulteriore passo avanti insieme. Perché l’Europa è un’opportunità di investimento in una ripresa comune, in un futuro comune.
Nell’Unione europea le aziende e i cittadini dipendono e contano le une sugli altri. La coesione, la convergenza e gli investimenti sono di beneficio per tutti. Nella nostra Unione sappiamo che le misure più coraggiose sono anche le più sicure per il futuro.
È per questo che la Commissione oggi propone un nuovo strumento di ripresa che si chiama Next Generation Eu per l’importo di 750 miliardi di euro. Esso si aggiungerà al Quadro finanziario programmatico che è stato riveduto per 1100 miliardi. Arriviamo quindi a un totale di 1850 miliardi di euro nella proposta che presentiamo oggi.
Come funzionerà questo strumento? I fondi saranno erogati da un superamento temporale dei massimali per un acquisto a credito di fondi sui mercati finanziari. È una necessità questa impellente per una crisi istantanea che non conosce precedenti. Next Generation Eu sarà un investimento nel riparare il tessuto che si è fratturato nel ripristinare gli squilibri che si sono accentuati in Europa. Bisognerà quindi procedere rapidamente verso un futuro verde, resiliente, certo. Perché è questo il futuro di Next Generation.
Il nome deriva da una generazione che è responsabile, consapevole e crede nel futuro, crede nello Stato di diritto e nella dignità umana, che è determinata a chiedere conto ai Governi del loro operato nel contrastare il cambiamento climatico e salvare la natura. È una sorta di idealismo europeo fondato sulla convinzione che l’Europa deve battersi per il meglio. Quindi oltre a essere solidali per superare la crisi immediata, io voglio proporre un nuovo patto, che si chiama appunto Next Generation, per il futuro.
Questa crisi ci obbliga a investire su una grandezza che non conosce precedenti. Lo faremo in un modo tale che questo strumento consentirà alle prossime generazioni di trarre i frutti dallo sforzo di oggi. In questo modo non ci culleremo sugli allori dei successi di 70 anni, ma penseremo al digitale, al futuro sociale, al ruolo chiave che dovrà avere in futuro la nostra Europa. Perché tutto questo si realizzi, Next Generation EU orienterà il suo forte potere finanziario in un investimento nei programmi prioritari a livello europeo.
Onorevoli deputati io sono certa che questa assemblea debba sempre avere l’ultima parola sulle decisioni importanti che riguardano l’Europa. Quindi questa proposta di investimento ha proprio questo obiettivo. In questo modo in futuro ripristineremo il mercato unico che genererà innovazione, benessere e opportunità.
Tutti gli Stati membri devono investire nelle tecnologie che facciano ripartire la ripresa attraverso l’innovazione e l’energia green. E quindi anche lo stesso Green Deal e l’Orizon Europe potranno ripartire grazie a investimenti in settori chiave come il 5G o l’edilizia abitativa. Così anche la transizione verso un’economia neutra sul piano del carbone procederà senza lasciare nessuno indietro. Questo strumento moltiplicherà il finanziamento del Fondo per la transizione giusta.
Sulla stessa lunghezza d’onda nessuno Stato membro dovrà scegliere tra una risposta alla crisi e l’investire nel suo popolo. Ecco perché non abbiamo dimentica l’Erasmus e il sostegno alla disoccupazione. Cioè perchè tutte le persone ricevano la formazione e il riorientamento eventualmente necessario per potersi adattare a questo mondo in rapido cambiamento.
Next Generation EU consentirà alle aziende sane, che hanno preso le decisioni giuste e hanno investiti per decenni e che però adesso si trovano in una situazione di rischio perché magari la concorrenza in altri paesi ha più facile accesso a capitali freschi attraverso possibilità che loro non hanno, ecco l’investimento nelle tecnologie consentirà alle filiere di diventare più resilienti. Si garantirà che l’Europa sia avanguardista nell’intelligenza artificiale, nell’ingegneria verde.
Next Generation EU renderà i nostri sistemi quindi più resilienti a eventuali crisi future. Si tratta di un investimento nuovo nel bene comune europeo. Mostrerà il valore vero e – anche se intangibile – tangibile poi nella pratica per noi tutti.
Ripeto parliamo di 750 miliardi di euro dalla Commissione di cui 500 saranno erogati sotto forma di grants e 200 sotto forma di sovvenzioni. Queste sovvenzioni sono un’investimento comune nell’Unione europea. Non centra nulla con l’indebitamento eventuale degli Stati in passato. Queste sovvenzioni saranno degli investimenti chiari nelle priorità europee: il rafforzamento del mercato unico, la digitalizzazione, il Green Deal europeo, la resilienza.
Il bilancio europeo, inoltre, è sempre stato formato da sovvenzioni per investimenti e riforme mirate, per una migliore coerenza, per un miglioramento delle condizioni di vita in Europa e l’Unione europea che conosciamo ne è la prova viva e tangibile. Attraverso l’Unione europea la competitività, il benessere e gli standard di vita di ciascuno Stato membro sono aumentati.
Questi investimenti nel bilancio europeo, quindi, hanno portato per tutti enormi benefici. Così è stato concepito anche Next Generation EU: per noi tutti. Investiamo insieme, nel futuro dell’Europa. Attraverso apposite chiavi di corrispondenza questo avrà un ritorno nel bilancio dell’Unione europea.
La Commissione proporrà poi nuove forme di recupero di Fondi. Ad esempio sul commercio delle emissioni, oppure una tassa sull’emissione di Co2. Oppure pensiamo anche a una tassa sul digitale, dove vengono generati miliardi di utile si dovrà versare un contributo per il bene comune. Dobbiamo essere ambiziosi e in tal senso conto sul vostro pieno sostegno.
Onorevoli deputati, è il momento di prendere decisioni giuste. Quelli che oggi hanno paura degli investimenti coraggiosi devono tener presente che domani i costi della non-attività di oggi saranno molto superiori. Parliamo di creare una base comune per il nostro futuro comune. In questo modo possiamo creare un’Europa e un futuro diverso.
Dobbiamo uscire da questa crisi che non conosce precedenti. Lasciamoci quindi ispirare dall’idea che ha portato all’Europa che conosciamo. Siamo di fronte a una crisi molto forte ma non meno forti sono le possibilità per l’Europa e anche la nostra responsabilità per l’Europa. In questo contesto dobbiamo fare la cosa giusta. Possiamo adesso gettare le basi per un’Europa neutra sul piano del clima, digitale, meglio dotata per le sfide future.
Settant’anni fa i nostri Padri fondatori hanno fatto il primo passo coraggioso per creare un’Europa basata sulla pace e sul benessere. Oggi siamo giunti al momento di scrivere un nuovo capitolo in questa storia generazionale, facendo un ulteriore passo coraggioso verso l’Europa della sostenibilità. Lo dobbiamo alle prossime generazioni.
Viva l’Europa.