(Como, 11 maggio 2020) – L’area grigia riportata nel grafico qui sotto fa vedere molto bene quante sono le persone messe in isolamento domiciliare da Covid-19 rispetto a quelle ospedalizzate, indicate invece dall’area colorata in verde. In Lombardia ieri, 10 maggio 2020, si contavano 24.414 soggetti in isolamento a casa e 5.776 ricoverati negli ospedali lombardi, per un totale di 30.190 contagiati complessivi.
Più che i numeri l’immagine è però importante perché permette subito, a colpo d’occhio, di intuire quanto, per combattere la pandemia da Covid-19, sia importante che la sanità lombarda non solo investa più risorse negli ospedali pubblici, dotandoli ad esempio di nuove e più avanzate strumentazioni e di maggiori posti letto in terapia intensiva e sub-intensiva, ma sappia anche e soprattutto puntare massicciamente, come hanno fatto negli anni altre Regioni italiane, su un sistema pubblico di assistenza territoriale potenziando e sviluppando quell’importante rete locale fatta di Ats (ex Asl), di medici di medicina generale, di ambulatori, di RSA, di servizi di guardie mediche, di Usca, che nella lotta al virus sta facendo, nelle regioni del nord, la differenza.
E’ la medicina territoriale il punto di maggiore debolezza della sanità lombarda. Perché se c’è una cosa che chiaramente non ha funzionato in Lombardia, nella fase di lockdown e che continua a fare purtroppo ancora tremendamente difetto anche nella fase 2 della pandemia, è proprio la medicina territoriale.
Che le cose siano così ormai lo confermano i medici, gli specialisti, le associazioni sanitarie, coloro che ogni giorno sono ‘sul campo’. E lo dimostrano le esperienze, quelle fatte sulla carne viva delle persone che subiscono le conseguenze dirette di questa inadeguata assistenza territoriale. Ce lo mostra ancora oggi, l’ennesimo articolo de la Provincia di Como, dove si parla di malati lasciati a casa da soli, di un’Ats Insubria assente, dove nessuno si prende la briga di eseguire un tampone; dove per farlo, ad Anna e suo padre di 92 anni, nonostante i sintomi evidenti della malattia, tocca chiedere ad un congiunto che lavora in una struttura sanitaria fuori provincia. Esempio bruciante di una mancanza sanitaria che parte dal vertice lombardo.
Il Covid-19 assume sempre più la forma di una pandemia che in tanti, troppi in isolamento domiciliare in Lombardia imparano dolorosamente a gestirsi da soli perché l’assistenza territoriale è saltata, perché il sistema della medicina territoriale non regge, perché ancora oggi la sanità lombarda non riesce a guarire.
Ad Anna e a suo padre è andata bene. Ma quanti possono dire la stessa cosa? Quanti sono stati lasciati soli?