(Como, 7 maggio 2020) – Oggi, Regione Lombardia avrebbe dovuto approvare una delibera per ridefinire le procedure e l’assetto sanitario lombardo entrato ormai da quasi una settimana nella Fase 2 della lotta al covid-19. Una delibera che tra i vari punti avrebbe dovuto toccare la questione dei tamponi a domicilio e dei test seriologici.
Un provvedimento tanto atteso e annunciato ma purtroppo proprio oggi, a quasi una settimana dal 4 maggio, ancora rinviato dai vertici lombardi. Nel frattempo, anche nella provincia di Como i laboratori privati si sono organizzati per promuovere test seriologici a pagamento. Ed anzi alcuni Sindaci dei Comuni comaschi, proprio per tutelare la salute dei cittadini, si sono mossi autonomamente per garantire l’effettuazione dei test sul territorio.
Ora, la questione è che chi è ai vertici della sanità lombarda dovrebbe aver già chiaro da tempo, e siamo al 7 di maggio, come gestire la politica dei tamponi e dei test nella fase di riapertura.
E’ inconcepibile che la sanità lombarda non dia ancora indicazioni certe su quale strategia adottare, su chi e sul come fare cosa. Perché è giusto e necessario ripartir ma è altrettanto giusto e doveroso farlo mettendo i cittadini nelle condizioni di riprendere il proprio lavoro e le proprie attività in tutta sicurezza. I cittadini e i lavoratori nelle aziende hanno diritto di sapere se s sono infettati o no, se sono ancora positivi o no. Una question importante non solo per i singoli ma per tutta la collettività perché monitorare la diffusione del contagio in questa fase di riapertura è assolutamente di fonamentale importanza.
La sanità lombarda deve dare risposte che tutelino la salute dei cittadini, a maggior ragione con più impegno, determinazione e chiarezza, a pandemia non ancora terminata. E invece cos’ha deciso sul tema Regione Lombardia ancora non si sa.