(Roma, 31 ottobre 2019) – Il Paese ha bisogno di una svolta per tornare a crescere, per rilanciare i consumi e ridurre le disuguaglianze. Il nuovo Governo è nato anche con questi obiettivi. La manovra economica presentata in questi giorni dimostra che abbiamo imboccato la strada giusta. È una strada piena di ostacoli, e abbiamo iniziato ad affrontarli.
In poche settimane, abbiamo trovato le risorse per bloccare l’aumento dell’IVA ed evitare la pesante eredità di 540 euro di tasse in più che Salvini aveva lasciato sulle spalle di ogni famiglia italiana. Nessuno ci avrebbe scommesso. Ma volevamo fare molto di più, nonostante la mancanza di risorse, le polemiche, le urla a volte sguaiate di chi cercava posizionamenti o faceva polemiche sul nulla. Non siamo andati al Governo per litigare, discutere o ricavarne consensi di parte. Se abbiamo accettato la sfida è perché volevamo cambiare l’Italia, renderla un Paese più giusto.
Non tagliamo le tasse ai lavoratori per accontentare qualcuno, ma perché le persone che lavorano devono essere retribuite giustamente.
Non aboliamo le rette degli asili nido per le famiglie con redditi meno alti per raccattare qualche voto, ma perché pensiamo che l’Italia sarà giusta quando ogni bambino di questo Paese potrà andare al nido a prescindere dalle condizioni economiche della propria famiglia.
Non abbiamo voluto il green new deal per i voti degli ambientalisti, ma perché vogliamo che le nostre imprese investano nell’economia circolare, che i nostri mari non siano pieni di plastica, che le giovani generazioni abbiano lavori di qualità. Siamo passati dai condoni all’evasione fiscale.
Dall’ossessione dei barchini a quella di fare in modo di ripristinare una regola aurea: tutti hanno il diritto di curarsi. Per questo abbiamo abolito il superticket.
Passi avanti rilevanti sono stati fatti per avviare nel nostro Paese una nuova stagione di crescita economica sostenibile. Il fondo di 50 miliardi di euro per investimenti green delle amministrazioni centrali e territoriali, la proroga degli incentivi per la ristrutturazione e la riqualificazione energetica degli edifici, il miliardo di euro per rilanciare una vera politica della casa e per migliorare la qualità della vita nelle periferie delle nostre città.
Non solo investimenti pubblici ma anche incentivi e sgravi fiscali per accompagnare una transizione ambientale delle nostre imprese, confermando le misure di “Industria 4.0” per favorire il rinnovo dei sistemi produttivi verso un modello di economia circolare.
Una Legge di bilancio che non aumenta le tasse per i cittadini e sceglie invece con decisione la via di una crescita verde e più giusta della nostra economia: una priorità per il Partito Democratico e una grande occasione per l’Italia.
L’Italia giusta è l’Italia che cambia. Finalmente, abbiamo cominciato a farlo.
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