(Roma, 08 ottobre 2019) Insieme al Presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani abbiamo discusso della “Via italiana al Green New Deal” nel programma Rai Parlamento – Filo Diretto, condotto da Giulia Di Stefano, andato in onda nella tarda serata di ieri.
Il tema abientale è al centro dell’agenda politica italiana e di questo Governo. Nella nota di aggiornamento al DEF sono stati previsti 50 miliardi di euro, per i prossimi 15 anni, per incentivare energia green e stili di vita sostenibili, ecobonus per la rottamazione delle auto inquinanti e fondi per le campagne informative nelle scuole.
Qui il video della puntata e più sotto le mie considerazioni alle domande della giornalista.
D –Il nuovo Governo sembrerebbe destinare 50 miliardi di euro per il clima, per combattere il riscaldamento globale. Da cosa iniziare?
R –Il tema della lotta ai cambiamenti climatici e di un accompagnamento ad un cambiamento profondo del nostro sistema economico ha bisogno di risorse. Stanziare 50 miliardi di investimenti pubblici con il comparto delle amministrazioni centrali e degli enti locali, dando priorità proprio agli investimenti che vanno verso la riduzione delle fonti inquinanti, la messa in sicurezza del territorio, la riqualificazione energetica degli edifici pubblici, è una chiara scelta di priorità che il Governo sta assumendo, che dà una connotazione molto forte di questa nuova stagione di governo. Non distribuire più in mille rivoli le forme di finanziamento e di investimento pubblico ma destinarle alla vera emergenza che è quella di migliorare la sostenibilità del nostro sistema Paese.
D –Consumo di suolo. L’Unione Europea chiede un arresto della cementificazione entro il 2050. C’è in Parlamento, in Senato, un disegno di legge. A che punto siamo?
R –Abbiamo il dovere di chiudere e di portare in approvazione in questa Legislatura in tempi anche rapidi la legge sul consumo di suolo. Noi del Partito Democratico ci stiamo impegnando in tal senso: abbiamo chiesto al Governo e al Parlamento entro la metà del prossimo anno di approvare una legge nazionale che finalmente freni lo spreco di suolo. Al Senato sono state fatte le audizioni, ora si sta lavorando per convergere e mettere insieme i contenuti delle proposte presentate. Credo che la vera chiave di volta per arrivare all’approvazione finale della legge in questa Legislatura sia tenere insieme misure di contenimento del consumo di suolo e interventi che rendano più conveniente trasformare, recuperare e riqualificare l’esistente. Anche in questo credo che gli strumenti come gli ecobonus, il sismabonus ma anche politiche di rigenerazione delle nostre città, che possono essere sostenuti con ad esempio la legge di Bilancio o lo stesso decreto Clima, possano portare alla soluzione per far sbloccare rapidamente l’iter per l’approvazione anche della legge sul consumo di suolo.
D –Sussidi ambientalmente dannosi. L’Italia spende ancora molto per questi incentivi. L’obiettivo è quello di ridurli progressivamente senza intaccare il tessuto produttivo. Come conciliare le due esigenze?
R –Affrontare il tema delle risorse che vanno a finanziare in maniera negativa i comparti che producono inquinamento è un tema complicato perché ovviamente significa mettere in discussione degli assetti consolidati. Credo che, anche qui, occorra agire con grande responsabilità, dialogando con i sistemi produttivi, costruendo le condizioni per una transizione. Noi non vogliamo creare problemi di occupazione o di investimenti. Vogliamo aiutare alcuni comparti a trasformarsi in forme più ambientalmente sostenibili. Del resto non partiamo da zero, non dimentichiamoci che l’Italia ha un pezzo del proprio sistema industriale in cui già oggi è leader, come ad esempio nel riciclo di materia nella gestione dei rifiuti. Bisogna accompagnare questa transizione non solo con misure finanziarie ma anche con un quadro di regole stabili, certe, rispondenti all’evoluzione del sistema economico e del mercato, proprio come abbiamo cercato di fare in questi giorni provando a dare risposte al tema dell’End of Waste e quindi a sbloccare il settore del riciclo.
D –Può essere un’idea introdurre l’educazione ambientale anche nelle scuole?
R –E’ sicuramente una buona idea. Credo che però occorra essere coerenti con le scelte legislative e di governo in modo da rispondere concretamente alle giuste rivendicazioni di milioni di ragazzi del Friday for Future che in questi mesi hanno manifestato in tutto il mondo, anche in Italia. Su questo ci impegnamo a partire già dalla prossima Legge di bilancio.