(Como, 26 luglio 2019) – “Le parole riferite a Como, scritte nero su bianco nella relazione sul secondo semestre 2018 della Direzione Investigativa Antimafia non sono nuove. Eppure, tutte le volte, fa un certo effetto prendere coscienza delle sempre più “pesanti” infiltrazioni ‘ndranghetiste nel comasco, del fatto che “per il dinamico tessuto economico-imprenditoriale e la posizione privilegiata nei rapporti commerciali con le province limitrofe e con la Svizzera”, la nostra provincia “ricade inevitabilmente nelle mire delle organizzazioni criminali”. Lo dichiara la deputata comasca Chiara Braga a commento della fotografia delle infiltrazioni della criminalità organizzata contenuta nella relazione consegnata al Governo sull’attività della DIA relativa al secondo semestre 2018.
“Così come – continua la deputata dem – dovrebbe mettere una certa angoscia addosso l’uso del termine “’ndranghetisti comaschi” che prediligerebbero la strategia del “controllo militare del territorio” lariano o delle parole usata dal procuratore capo della Direzione distrettuale antimafia di Milano, Alessandra Dolci quando afferma che la nostra regione, la Lombardia, ha un “problema di colonizzazione da parte della ‘ndrangheta”. A testimoniare una volta di più che il territorio lombardo e in particolare, purtroppo, il territorio lariano non è immune dalla brutale piaga della mafia e dei traffici illeciti. I casi di Mariano Comense e di Cantù di cui peraltro in questi ultimi mesi si è tenuto il maxi processo con la condanna di numerosi imputati, sono lì crudamente a ricordarcelo .
“Un problema – conclude la Braga – che è di tutti noi e che impone di tenere sempre alta la nostra attenzione avendo cura di mai tralasciare gli insegnamenti culturali di un etica pubblica sana e l’attenzione verso i valori dell’antimafia in Lombardia e soprattutto a Como”.