(Roma, 24 luglio 2019) Grazie a Raffaele Cantone per il grande lavoro fatto per oltre cinque anni alla guida di Anac. Le sue parole nell’annunciare il rientro in Magistratura pesano molto. Sono purtroppo gli atti di questo Governo, a partire dallo Sblocca Cantieri, a dimostrare che rispetto al ruolo di Anac e ai suoi obiettivi oggi si registra un cambio di atteggiamento preoccupante è che la lotta alla corruzione non è una priorità di Conte, Salvini e Di Maio.
È un errore drammatico quello additare Anac e il lavoro svolto sulla vigilanza degli appalti pubblici come la causa dei ritardi negli investimenti, come invece hanno fatto colpevolmente Lega e 5Stelle in questo anno di Governo per nascondere le loro incapacità e divisioni.
Chi qualche anno fa occupava i banchi del Parlamento al grido di “onestà” oggi tace senza vergogna su una scelta così grave e sulle parole chiarissime usate dal Cantone: “Si è definitivamente concluso un ciclo, anche per il manifestarsi di un diverso approccio culturale nei confronti dell’Anac e del suo ruolo”.
Prevenzione e lotta alla corruzione sono un presidio essenziale per un Paese che continua ad averne estremo bisogno e che non può permettersi nessuno passo indietro. “L’Autorità anticorruzione – scrive Cantone nella lettera di addio -, istituita sull’onda di scandali ed emergenze, rappresenta oggi un patrimonio del Paese. Sono circostanze che dovrebbero rappresentare motivo di orgoglio per l’Italia, invece sono spesso poco riconosciute come meriterebbero“. Il Presidente Cantone lascia un’istituzione solida e efficiente, vigileremo per preservarla da ogni indebolimento o tentativo di affossamento da parte di oggi guida il nostro Paese.