Non ci si può voltare dall’altra parte, nemmeno a 75 anni di distanza”

(Como, 14 luglio 2019) “La storia non si riscrive, nemmeno a Erba. Ci sono responsabilità che non possono essere cancellate nemmeno dal più alto merito culturale: essersi schierati dalla parte delle leggi razziali e aver consentito e perpetrato con ruoli di alta responsabilità il regime fascista. Proporre di titolare una via erbese al Podestà fascista Alberto Airoldi è l’ennesimo tentativo inaccettabile di offuscare, se non cancellare, la memoria della lotta partigiana che ha riportato libertà e democrazia nel nostro Paese, e un’offesa al sacrificio di persone come Giancarlo Puecher, prima medaglia d’oro della Resistenza che proprio a Erba, anche con la complicità dello stesso Airoldi, sono state condannate a morte dal regime fascista. Dispiace molto che sia proprio l’attuale Sindaco di Erba, considerato il suo coinvolgimento personale, non si renda conto di quanto sia inopportuna questa iniziativa. E anzi addirittura provi a mascherare la gravità di questa iniziativa affiancandola alla figura del prete partigiano erbese Mons. Pirovano“. Lo dichiara la deputata comasca del Partito Democratico Chiara Braga che prende posizione sulla proposta avanzata qualche settimana fa dai gruppi consiliari di centrodestra del comune di Erba di intitolare una via locale ad Alberto Airoldi, podestà della città negli anni Trenta e Quaranta, aderente alla Repubblica di Salò.

“La mobilitazione delle forze antifasciste e democratiche prevista per domani – prosegue la Braga -, in occasione del Consiglio comunale che discuterà di questa proposta, è forte e giusta; ma di questo tema interesserò con un’interrogazione parlamentare anche le altre istituzioni, a partire dal Ministero dell’Interno e dal Prefetto, che hanno una responsabilità chiara nelle procedure di intitolazioni di vie comunali”

“Mi tornano in mente – conclude la Braga – le parole pesanti come pietre pronunciate in occasione del recente incontro a Como con gli studenti comaschi dalla senatrice a vita Liliana Segre, che proprio nell’erbese cercò riparo con la sua famiglia prima di essere deportata nei campi di sterminio proprio per la delazione ad opera dei fascisti locali.  ‘L’indifferenza è più colpevole della violenza stessa. È l’apatia morale di chi si volta dall’altra parte: succede anche oggi verso il razzismo e altri orrori del mondo‘. Quello che sta accadendo a Erba ci ricorda che non ci si può voltare dall’altra parte, nemmeno a 75 anni di distanza”.

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ERBA, INTITOLAZIONE VIA AL PODESTA’: “La storia non si riscrive, nemmeno a Erba. Ci sono responsabilità che non possono essere cancellate”
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