(Roma, 01 luglio 2019) “Il futuro circolare dell’Italia è adesso. Sul tema dei rifiuti nel nostro Paese non è più accettabile, ma soprattutto sostenibile, sentir parlare di periodo di transizione o di passaggio in attesa di chiudere il cerchio attraverso un modello di gestione basato sulle indicazioni e gli obiettivi delle direttive sull’economia circolare approvate lo scorso anno. Il 2018 è stato infatti l’anno dell’approvazione del pacchetto europeo sull’economia circolare ma è il 2019 l’anno determinante per la sua attuazione e il raggiungimento dei nuovi obiettivi previsti dalle direttive. Perché questo avvenga, però, è necessario rimuovere gli ostacoli e ridurre sempre di più l’utilizzo dei vecchi sistemi di smaltimento, puntando su un’adeguata rete impiantistica a servizio del recupero di materia.” E’ questa la premessa contenuta nel Dossier di Legambiente “RIFIUTI ZERO, IMPIANTI MILLE –L’ultimo miglio che manca ancora al nostro Paese per passare dalle discariche agli impianti per l’economia circolare.” presentato ufficialmente all’Eco-Forum 2019. L’Economia Circolare dei Rifiuti svoltosi a Roma presso il Nazionale Spazio Eventi la scorsa settimana, del quale sono stata ospite.
“Cosa manca in Italia per far fare il definitivo salto di qualità all’Economia Circolare?“. Ho risposto così al giornalista che mi ha posto la domanda a margine dell’intervento all’Eco-Forum.
“Il costo di smaltimento in discarica – ribadisce Legambiente – continua a essere troppo basso. La cifra si attesta oggi sui 110 euro a tonnellata, mentre nel 2013 il costo medio era di circa 90 euro/tonnellata, ma si deve lavorare per rendere sempre meno conveniente il sotterramento dei rifiuti.
“È arrivato il momento di cambiare la legge sull’ecotassa per lo smaltimento in discarica per tartassare questo vecchio sistema di gestione dei rifiuti, ma è fondamentale anche costruire nuovi impianti di riuso e riciclo dei rifiuti spesso osteggiati come se fossero impianti inquinanti. Sbaglia chi pensa che l’opzione rifiuti zero in discarica corrisponda alla costruzione di zero impianti”.