(Roma, 20 febbraio 2019) Aumentano gli infortuni sul lavoro, anche mortali, in Lombardia e in tutta Italia. In Lombardia, nel 2018 le denunce pervenute all’Inail sono state 119,937 (+1,8% sul 2017, quando erano state 117.757). In aumento del 17,2% gli incidenti mortali in Lombardia: 163 nel 2018 contro i 139 dell’anno precedente, 2017. E’ quanto emerge da un’analisi condotta dalla Cisl Lombardia sulla base dei dati Inail a tutto il 2018.
Più colpite le fasce d’età dove precarietà e anzianità lavorativa sono più alte: dai 14 ai 34 anni si passa da 34.946 a 36.419 denunce di infortunio, dai 55 ai 69 anni da 15.612 ai 16.079.
Quanto ai settori, l’industria sale da 95.207 del 2017 a 96.066 del 2018, le attività svolte “per conto dello Stato” dal 19.632 a 21.041, mentre si registra un lieve calo in agricoltura: 2.830 denunce contro le 2.918 dell’anno precedente. In particolare , in linea con quanto rilevto già nel 2017 il numero più alto di infortuni si è verificato nel commercio e riparazione di autoveicoli e motocicli (7.194), seguito da trasporto e magazzinaggio (6.003), costruzioni (5.226), fabbricazione di prodotti di metallo (4.734) e servizi di alloggio e ristorazione (3.271).
Sempre secondo quanto riferito dalla Cisl, Milano si conferma la provincia con il numero più alto di infortuni (40.457 contro i 39.493 del 2017), seguita a distanza da Brescia (16.594 contro 15.739), Bergamo che comunque registra un calo (14.078 contro 14.163), Varese (in calo da 9.893 a 9.678), Monza e Brianza (in aumento da 8.156 a 8.049). In leggero calo anche Cremona, da 5.464 a 5.339. Sul fronte dei decessi si segnala il triste primato di Mantova, con 21 denunce di infortunio mortale contro le 8 del 2017.
Le cose non cambiano a livello nazionale dove la tragica catena dei morti sul lavoro non accenna ad attenuarsi anzi hanno subito un aumento: nel 2018 si sono contati 1133 morti con un incremento del 10% rispetto al 2017. In media tre decessi ogni giorno.
Questi dati sono allarmanti e inaccettabili. Manca infatti da tempo una seria azione che rafforzi le misure dedicate alla protezione, prevenzione e a mantenere la sicurezza nei luoghi di lavoro.
Tuttavia, invece di potenziare la prevenzione e premiare le imprese più virtuose nel campo della sicurezza del lavoro, il Governo del cambiamento si è vantato di aver diminuito le risorse per la prevenzione e la sicurezza sul lavoro, tagliando le tariffe Inail e quindi i costi alle aziende. ILa Legge di Bilancio approvata qualche mese fa in Parlamento ha infatti diminuito di 200 milioni l’anno le risorse allocate a tali fini.
Una politica sconcertante, priva di senso logico, che invece di investire maggiormente in sicurezza sul lavoro visti i costanti aumenti delle morti di questi anni, fa esattamente il contrario riducendo le risorse quando tutti i dati statistici vanno in direzione opposta.