(Roma, 15 febbraio 2019) “Vorrei poter guardare i volti dei poveri senza arrossire, perché finalmente il loro grido è stato ascoltato e le loro preoccupazioni sono state affrontate”. Con queste parole Papa Francesco ha iniziato il suo discorso, pronunciato in spagnolo, nella sede della FAO a Roma, dove si è tenuta la cerimonia di apertura della 42esima sessione del Consiglio dei Governatori del Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (Ifad), agenzia delle Nazioni Unite, presente in 181 Paesi del mondo, impegnata a beneficio delle popolazioni rurali più povere.
“Ancora troppi nel mondo – ha denunciato il Papa -, vivono situazioni precarie: l’aria è inquinata, le risorse naturali sono esaurite, i fiumi avvelenati, i suoli acidificati; non hanno abbastanza acqua per se stessi e le loro colture; le loro strutture sanitarie sono molto carenti, le loro case sono insufficienti e difettose. Queste realtà si prolungano nel tempo mentre, d’altra parte, la nostra società ha raggiunto grandi risultati in altri settori della conoscenza. Ciò significa che siamo di fronte a una società che è in grado di far progredire la battaglia contro fame e miseria”.
Essere determinati in questa lotta è fondamentale” perché “’la fame non ha presente né futuro. Solo passato’. Non si tratta di uno slogan ma di una verità’”, cioè di un obiettivo realizzabile anche se, ha denunciato Francesco “più di 820 milioni di persone soffrono la fame e la malnutrizione nel mondo. Per questo è necessario l’aiuto della Comunità internazionale, della società civile e di coloro che possiedono risorse”.
E proprio la Comunità internazionale, che ha voluto e promosso l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, ha bisogno di fare ulteriori passi in avanti nella direzione del raggiungimento dei 17 fondamentali obiettivi indicati e di farli alla svelta.