(Roma, 07 dicembre 2018) “Dato che i nostri leader si comportano come bambini, dovremo assumerci le responsabilità che avrebbero dovuto prendere molto tempo fa”. “Dobbiamo capire come le vecchie generazioni ci hanno tattato, quali pasticci hanno creato ai quali dobbiamo ora rimediare e con cui dobbiamo oggi convivere. Dobbiamo far sentire le nostre voci “. “Per 25 anni innumerevoli persone sono venute alle conferenze sul clima delle Nazioni Unite, pregando i nostri leader mondiali di fermare le emissioni; chiaramente ciò non ha funzionato visto che i gas serra continuano a crescere. Quindi non supplicherò i leader mondiali di prendersi cura del nostro futuro. Piuttosto cercherò di far capire loro che il cambiamento sta arrivando, che piaccia o meno”. Sono alcune delle dichiarazioni di una giovanissima studentessa svedese, la quindicenne Greta Thunberg, rilasciate al vertice delle Nazioni Unite sul clima in corso a Katowice in Polonia, come racconta The Guardian.
Greta dallo scorso agosto, nel periodo delle vacanze estive, ha iniziato uno sciopero per protestare contro l’indifferenza della maggior parte degli Stati verso i cambiamenti climatici e i loro effetti. Inizialmente i suoi compagni di classe si rifiutarono di partecipare all’iniziativa; ma la Thunberge non si diede pervinta: “Lo farò da sola”. La scuola è importante “ma perchè dovremmo studiare per un futuro che presto potrebbe non esserci più?”.
Ma sola Greta non lo è stata per molto: oggi più di 20.000 studenti in tutto il mondo si sono uniti a lei. E così gli “scioperi scolastici del venerdì” si sono diffusi in circa 270 città e Paesi in tutto il mondo, tra cui Australia, Regno Unito, Belgio, Stati Uniti e Giappone. La rapida diffusione degli scioperi scolastici per il clima in tutto il mondo è stata sorprendente, “dimostra che non si è mai troppo piccoli per fare la differenza“, ha detto.
Lunedì scorso la quindicenne si è incontrata con il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres a cui ha detto: “Spero che in questa conferenza riusciremo a capire che siamo di fronte a una minaccia esistenziale. Questa è la più grande crisi che l’umanità abbia mai dovuto affrontato. Prima ce ne rendiamo conto, e prima potremo fare qualcosa per fermare le emissioni e cercare di salvare ciò che possiamo salvare”. Un bell’esempio, Greta; quest’adolescente che qualcuno ha scoperto essere la discendente di Svante Arrhenius, il premio Nobel per la chimica che nel 1896 calcolò l’effetto serra causato dalle emissioni di anidride carbonica.