(Roma, 01 novembre 2018) Stanotte la Camera ha votato il decreto Genova. Sono stata assente in questi due ultimi giorni di discussione in aula perché ad Auschwitz, in un viaggio con altri colleghi parlamentari e alcuni sopravvissuti alla Shoah.
Ma ho seguito anche da qui le battute finali di un iter lungo e controverso, iniziato in Commissione Ambiente dove ho seguito in prima persona, come capogruppo Pd, l’esame del provvedimento, lavorando per migliorarlo e correggerlo in punti fondamentali.
Un decreto che è stato riscritto totalmente: grazie al lavoro del PD sono stati previsti aiuti per gli sfollati, misure e risorse per le imprese, la cassa integrazione per i lavoratori. È solo grazie alla tenacia della nostra opposizione è stata ripristinata una condizione fondamentale per la ricostruzione del ponte distrutto: il rispetto della normativa antimafia.
Su Genova però mancano ancora molte, troppe cose (a partire dalla certezza sul completamento di infrastrutture strategiche come Gronda e Terzo Valico) e resta alta la preoccupazione per una procedura incerta e ad altissimo rischio di ricorsi e ritardi con chi si dovrà ricostruire il ponte.
Ma la cosa più grave e di cui porta tutta la responsabilità il Governo e la maggioranza Lega-5S è la vergogna di aver inserito in questo decreto il più grande condono edilizio per l’isola di Ischia, consentendo la sanatoria di immobili anche costruiti in aree a rischio idrogeologico, a cui andranno contributi pubblici per la ricostruzione.
Una decisione gravissima, che insieme alla megasanatoria per gli abusi nelle zone terremotate centro Italia, trasmette a questo Paese due messaggi deleteri:
1. che in nome dell’emergenza (vera o presunta) si possono scavalcare le regole e che chi agisce al di fuori di esse alla fine viene premiato
2. che il Governo del cambiamento ha sdoganato anche il condono edilizio, che prima o poi state tranquilli arriverà per tutti, non solo per i terremotati.
Tutto questo in un Paese che ad ogni pioggia frana e crolla, piange danni e vittime, parla per qualche ora di prevenzione e poi ripropone ricette vecchie e pericolose come quelle del condono, tipiche della destra peggiore che oggi governa questo Paese. Tutto per fare un regalo al collegio elettorale del ministro Di Maio, con buona pace delle lezioni di onestà e legalità rinnegate dai grillini di governo.
E con l’aggravante di avere infilato questa vergogna in una legge che avrebbe dovuto occuparsi solo e con tutta l’attenzione possibile di Genova e del suo futuro. Una decisione grave che ha impedito al Pd di votare a favore di questo provvedimento, ma non di continuare a stare al fianco e lavorare per Genova e i genovesi e a contrastare questo disastroso ritorno al passato.