(Milano, 16 ottobre 2018) Qui sotto, dal minuto 21′ alcuni mie considerazioni raccolte ieri da Radio Popolare sulla questione dei fenomeni degli incendi ai depositi di smaltimento di rifiuti avvenuti, purtroppo, anche in questi giorni in Lombardia, a Corteolona, Quarto Oggiaro e Novate Milanese.

Intervista a cura di Alessandro Principe

Quest’anno si sono registrati circa 17 incendi di impianti di smaltimento o stoccaggio di rifiuti. Fra il 2014 e l’estate del 2017 su circa 261 impianti e discariche che hanno subito un incendio, circa la metà, ben 124 si trovavano nel nord Italia. Qualcuno ha parlato della Lombardia come la Terra dei Fuochi al Nord, questa definizione on. Braga Le sembra appropriata oppure no?

Durante la scorsa legislatura come Presidente della Commissione Ecomafie ci siamo occupati di studiare il fenomeno degli incendi che hanno riguardato gli impianti dei rifiuti con un occhio particolare al Nord d’Italia e alla Lombardia dove si sono concentrati molti di questi eventi. Credo che confondere quanto sta accadendo in Lombardia, in questi giorni a Pavia, a Milano e nel Paese rispetto ai roghi degli impianti di rifiuti con l’espressione Terra dei Fuochi, che tutti sappiamo ricorda una situazione molto particolare della Campania dove veniva dato fuoco a depositi incontrollati di rifiuti sia sbagliato. Nei roghi avvenuti in Lombardia siamo in presenza di impianti regolarmente autorizzati dove l’attività di trattamento dei rifiuti è consentita e autorizzata ma dove purtroppo si verificano, con una frequenza sempre più preoccupante, questi episodi di incendi, alcuni di origine dolosa altri determinati da una cattiva gestione del ciclo dei rifiuti e che comunque meritano un’attenzione particolare e specifica. Tant’è che la relazione che abbiamo approvato all’unanimità nella Commissione Ecomafie lo scorso febbraio del 2018 è stata immediatamente inviata al ministro Costa perché si ravvisavano una serie di elementi utili per impostare un’azione di prevenzione da parte del Ministero. Credo però che più che la militarizzazione dei siti, come in qualche occasione ci è parso di cogliere nelle parole del ministro dell’Ambiente Costa, serva invece lavorare per chiudere correttamente il ciclo dei rifiuti, rafforzare il sistema dei controlli insieme alle risposte di carattere investigativo e giudiziario su questi eventi, che non possono più essere visti come una somma di episodi casuali ma come un fenomeno da studiare nella sua complessità.

 

Quando l’incendio è doloso, qual è l’interesse?

Come Commissione Ecomafie abbiamo avuto una casistica di osservazione abbastanza limitata nel senso che ci siamo concentrati su un periodo particolare che va dal 2014 all’estate del 2017. Ciò che abbiamo visto è che purtroppo il fuoco diventa uno degli strumenti più veloci per far sparire quantità o tipi di rifiuti che dovrebbero essere gestiti in un certo modo. Quando gli impianti sono più pieni di quanto autorizzato o magari vengono stoccati materiali rifiuti speciali che dovrebbero essere gestiti, secondo la legge in tutt’altro modo a volte il fuoco, sulla base ovviamente di comportamenti criminali, che spetterà poi alla magistratura individuare e punire, diventa una risposta molto comoda per questi interessi criminali nel far sparire le prove di un’attività illecita

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RIFIUTI, INCENDI, intervista a Radar, la trasmissione di Radio Popolare
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