(Genova, 19 settembre 2019) Una giornata difficile, l’impatto con una città ferita dal crollo del ponte Morandi, ancora incredula per quanto è potuto accadere un mese fa, in una normale giornata di agosto. Oggi sono stata in visita istituzionale a Genova con le Commissioni Trasporti e Infrastrutture della Camera dei Deputati – io e la collega Raffaella Paita in rappresentanza del PD – per raccogliere le prime richieste della città: delle famiglie sfollate dalle loro case a causa del crollo, dei rappresentanti delle istituzioni, Comune e Regione, dei rappresentanti del mondo economico in particolare del sistema portuale. Mentre ancora, dopo molti annunci e nessun atto, aspettiamo di conoscere i contenuti del decreto “Genova”. Appena sarà disponibile lavoreremo come sempre in modo costruttivo, per dare risposte prima di tutto alle richieste emerse oggi; due cose ci hanno chiesto soprattutto: certezza dei tempi e una visione di futuro della città.

Niente potrà restituite la vita alle 43 vittime del crollo e niente sarà più come prima, nei quartieri colpiti dal crollo e in tutta la città, ma i genovesi vogliono rialzarsi e ripartire. È difficile spiegare l’impatto che ha quel ponte crollato, una “cicatrice” – così l’hanno definita i rappresentanti delle famiglie sfollate – che resterà per sempre nella città; raccontare a parole la sensazione che si prova nel camminare tra le strade di un quartiere fantasma, dove il tempo sembra essersi fermato a quel 14 agosto, e dove le case e il ponte erano, non solo metaforicamente, una cosa sola. Ho deciso, tra le foto fatte oggi, di pubblicare solo questa, che mi sembra renda meglio di altre questa condizione così particolare. È perché credo sia anche un monito, per qualcosa che non doveva essere, e per quel che dovrà essere: una ricostruzione che sappia unire passato e futuro, memoria e speranza, tecnica e anima di una città. Genova, la “Superba”.

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GENOVA, Ponte Morandi, visita istituzionale con le Commissioni Trasporti e Infrastrutture
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