(Roma, 02 luglio 2018) Anche quest’anno Legambiente, dopo aver attraversato l’intero arco alpino con la Carovana delle Alpi, campagna che ogni anno monitora lo stato di salute delle Alpi analizzando le buone e cattive pratiche ambientali e culturali realizzate sul territorio da amministrazioni, imprese, associazioni e cittadini, ha conferito i suoi riconoscimenti espressi nelle tradizionali bandiere verdi.
Nell’edizione 2018 del dossier Carovana delle Alpi quindici sono state i vessilli green assegnati a livello regionale, cinque in più rispetto a quelle conferite nel 2017, così distribuite: cinque in Lombardia che diviene la regione più virtuosa, quattro in Piemonte, due in Valle D’Aosta, due in Trentino e due in Friuli Venezia Giulia.
Ognuna è legata ad una storia virtuosa praticata nelle Alpi, minacciate dai cambiamenti climatici ma anche da scelte poco amiche della natura che continuano a persistere a danno dell’ambiente e del territorio montano.
Tra le buone pratiche premiate da Legambiente, molte riguardano l’ambito dei servizi ecosistemici, ovvero la valorizzazione delle risorse ambientali in chiave economica e sociale: si va ad esempio dall’esperienza diffusa di Ersaf (Enter regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste) che ha promosso e realizzato il Cammina ForesteLombardia, un trekking di 42 tappe attraverso 20 foreste regionali (dall’Isola Boschina sul Po alla Costa del Palio, passando per il Parco dello Stelvio e diverse riserve naturali), da percorrere a piedi o in bicicletta dormendo tra rifugi, ostelli, pensioni di montagne; alle attività di informazione, sensibilizzazione e valorizzazione del territorio da parte del Parco regionale Campo dei Fiori in provincia di Varese e dei cittadini dopo gli incendi che l’estate scorsa hanno colpito l’area verde.
E ancora dalla campagna di salvataggio dei rospi portata avanti dalle Guardie Ecologiche sul Lago di Endine della Val Cavallina (BG) alla BioEnergia della Val Fiemme, società partecipata del Comune di Cavalese della provincia autonoma di Trento, che produce energia termica ed elettrica attraverso il riciclo degli scarti del legno della Valle e l’utilizzo dello scarto dell’umido della raccolta differenziata. Tra le altre storie virtuose alpine, c’è quella dei Comuni dell’Alta Val Susa e del brianzonese che, insieme a diverse ong e molti cittadini italiani e francesi, stanno sostenendo nelle due aree di confine l’accoglienza ai migranti.
Oltre alle buone pratiche citate prima con Ersaf, Parco Campo dei Fiori, guardie Ecologiche sul Lago di Endine, in Lombardia le altre bandiere verdi della Carovana delle Alpi 2018 sono andate alle bergamasche Cooperativa Sottosopra, Cooperativa Alchimia, Consorzio GenerazioneFa, all’azienda agricola La Peta e al CAI di Bergamo per la gestione del rifugio Alpe Corte Bassa integrata a progetti sociali e di accoglienza per utenti diversamente abili.
Nonostante le molte buone pratiche in atto in diversi territori, Legambiente ricorda che ad oggi continuano le “aggressioni” all’arco alpino con scelte obsolete di gestione del territorio. Quest’anno sono, infatti, sei le bandiere nere per le cattive pratiche di gestione del territorio, assegnate dall’associazione ambientalista: due al Friuli Venezia Giulia, una in Lombardia, una equamente condivisa dalle province di Trento e Bolzano, una alla provincia di Trento, la sesta invece è stata assegnata al Ministero dell’Interno francese per i continui respingimenti da parte della polizia francese ai valichi alpini di frontiera nei confronti di migranti e minori.
Dall’indagine di Legambiente il futuro dell’ambiente delle Alpi fa ben sperare grazie alla presenza sul territorio di comunità locali che investono sempre di più sulla sostenibilità ambientale e sociale, su progetti di valorizzazione dei servizi ecosistemici, su un’agricoltura e un turismo dolce di qualità, rispettoso della natura. Ma anche singole persone che combatto gli illeciti ambientali o che si battono per denunciare gli impatti che i cambiamenti climatici stanno avendo sulle montagne e sulla vita quotidiana dei cittadini che abitano ad alta quota. Un “mosaico di azioni montane ecofriendly” da sostenere e diffondere in tutto il territorio nazionale e non solo.