“I contratti di fiume – prosegue Chiara Braga- introdotti nel Codice ambiente grazie ad un mio emendamento al Collegato Ambientale, hanno trovato progressivo riconoscimento nelle politiche di prevenzione del dissesto idrogeologico e di difesa del suolo: sono riconosciuti nelle linee guida per il contrasto al rischio idrogeologico redatte dall’unità di missione “Italia sicura”, sono richiamati nella strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici e sono presenti nei criteri di selezione previsti per il Programma di sviluppo rurale nazionale del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali”.
“Con la risoluzione approvata all’unanimità dalla VIII Commissione – conclude la Braga – impegnamo il Governo ad istituire un Osservatorio nazionale dei Contratti di fiume che operi in stretta relazione alle Regioni e alle Autorità di distretto, con compiti di indirizzo e di monitoraggio esupporto informativo e di formazione ai vari livelli, regionali e locali; ad attuare le attivitià formative e di supporto tecnico già previste dall’apposito progetto proposto dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare nell’ambito del PON governance 2014-2020, nonché ad assumere iniziative per destinare apposite risorse finalizzate a sostenre e diffondere tali processi, sulla base di criteri di qualità ed efficacia, avvalendosi delle strutture dell’Osservatorio nazionale”.
“Le tante esperienze positive diffuse per l’Italia dimostrano che i Contratti di fiume favoriscono la partecipazione, la condivisione delle informazioni e l’assunzione di responsabilità da parte dei soggetti coinvolti, aumentando l’efficienza dei processi decisionali e migliorando la qualità progettuale degli interventi e il grado di accettabilità sociale degli stessi nel territorio.“