(Roma, 03 ottobre 2017) Il tema dell’accessibilità degli spazi pubblici e privati a partire dalle persone con disabilità attiene alla qualità della vita dell’intera comunità. Case, scuole, luoghi di lavoro, spazi pubblici universalmente accessibili sono uno dei presupposti per l’effettivo esercizio del diritto di cittadinanza.
Una questione, quella dell’abbattimento delle barriere architettoniche, sulla quale è interventuo, qualche giorno fa, anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ribadendo come «Non è difficile rimuovere gli ostacoli che impediscono a tutti di usufruire degli spazi comuni. Spesso basta poco: una porta più larga, uno scivolo, una pedana, qualche attrezzatura, dei parcheggi di auto dedicati e rispettati. Basta poco perché si possa accedere alle scuole, a un cinema, a un teatro, a un ufficio».
In questa direzione, oggi è stato fatto un passo importante dalla Camera: abbiamo approvato in prima lettura una legge che si propone di coordinare e rendere più efficace la normativa per il superamento delle barriere architettoniche di cui sono stata relatrice. Una legge che raccoglie il lavoro fatto anche nelle precedenti legislature e che questa volta ha la concreta possibilità di arrivare in fondo.
Con questa legge intendiamo superare la frammentazione delle disposizioni già vigenti sull’accessibilità degli edifici privati e degli spazi pubblici, aggiornandole e tenendo conto delle innovazioni tecnologiche; assumendo fin dall’inizio i principi della progettazione universale stabiliti dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità.
Secondo i dati Istat in Italia ci sono 3 milioni di persone diversamente abili e per una serie di ragioni – dall’aumento dell’età media della popolazione alle mamme che si muovono con i passeggini – un numero sempre maggiore di persone, anche solo temporaneamente, deve fare i conti nell’arco della propria vita con le difficoltà di muoversi e di usufruire pienamente degli spazi.
La legge approvata quest’oggi affonda le sue radici nei principi fondamentali della nostra Costituzione, nel secondo comma dell’articolo 3 “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettivo partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale“.
Per questo sono orgogliosa di aver insistito da relatrice, insieme alla collega Vittoria D’Incecco cha ne è la proponente, per superare gli ostacoli burocratici che finora ne avevano bloccato l’iter.
Adesso sarebbe davvero importante che il bel segnale dato dalla Camera con un voto unanime possa tradursi nell’impegno delle forze politiche di promuovere al Senato l’approvazione definitiva di questa legge in questa ultima parte della legislatura.