
“E’ giusto poi considerare che quasi la metà dell’impatto ambientale complessivo legato legato ai processi di lavorazione, produzione e trasporto di cibo – prosegue Chiara Braga – è infatti dovuta al consumo di energia, soprattutto di combustibili fossili (come il petrolio), che emette sostanze inquinanti nell’ambiente, in particolare in atmosfera. Ogni anno scompaiono 17 milioni di ettari di foreste tropicali per fare spazio a coltivazioni e a pascoli. Inoltre, la crescita demografica rende sempre più necessari nuovi suoli su cui coltivare per nutrire l’uomo, ma l’uso dei terreni per coltivazioni destinate all’alimentazione animale riduce ulteriormente la possibilità che tutti gli uomini sul pianeta abbiano cibo per sopravvivere e per vivere”.
“Da ultimo occorre aggiungere che lo sfruttamento eccessivo di risorse naturali come se fossero una risorsa infinita mette a rischio di estinzione molte specie, in primis quelle ittiche. Infine, vi sono aspetti come la tutela dei diritti che influiscono sulle persone che lavorano per produrre, trasformare e confezionare cibo e sulla loro salute”.
AM ALIMENTAZIONE: “L’alimentazione sostenibile passa da valorizzazione risorse naturali”