(Domenica, 26 giugno 2016)L’intervista de La Provincia di Como alla deputata Chiara Braga – di Gisella Roncoroni
Chiara Braga, deputata, nella segreteria PD «Su indicazione del premier, a cui ho spiegato la vicenda, il Governo è intervenuto in via straordinaria sul caso» Sulla soluzione: «Qualunque strada non sarà indolore»
Siede nella segreteria nazionale del Pd di Matteo Renzi e garantisce che, per le paratie, questa sarà la volta buona. Chiara Braga, deputata comasca, garantisce che il prossimo 7 luglio si traccerà il percorso definitivo per uscire dalle secche in cui si è arenato il cantiere. E per l’anno prossimo dice che «Como deve ritrovare l’orgoglio di essere una città ricca di risorse e potenzialità », ma anche che il Pd non ha più tempo da perdere.
-Per le paratie è la volta buona? Penso che grazie alla disponibilità del Governo e alla buona volontà di tutti siamo riusciti a rimettere in carreggiata una vicenda che si era molto complicata. Bisogna essere realisti, credo che serva da parte di tutti la capacità di andare oltre le polemiche per trovare una soluzione praticabile che restituisca il lungolago ai cittadini e chiuda questa pagina negativa per la città.
-Lei sta seguendo la vicenda? Non da oggi, naturalmente. La disponibilità mia e degli altri rappresentanti istituzionali non è mai mancata. L’ intervento di accompagnamento del Governo, non da adesso, è il frutto di un lavoro che risponde anche all’impulso dato alle opere pubbliche dal Governo Renzi. Tra l’altro lei si occupa di urbanistica, dissesti idrogeologici e ha seguito direttamente la riforma del codice degli appalti. In questi anni, nel mio lavoro parlamentare mi sono occupata, ovviamente a livello generale, di queste tematiche sempre con un occhio di attenzione alla mia città e al territorio comasco. So bene qual è la complessità della situazione in cui ci si trova e, nonostante da qualche parte si siano sollevate critiche spesso approssimative sul nuovo codice degli appalti, ricordo che con le nuove regole approvate molti degli errori (varianti abnormi, aumento di costi, errori negli affidamenti degli incarichi progettuali) che sono stati compiuti sulle paratie si sarebbero evitati.
-A proposito di varianti, l’ultima è stata bocciata dall’Anticorruzione. L’unica via d’uscita è quella di ripartire con un nuovo contratto? Quello che è certo è che l’ipotesi della terza variante, bocciata preventivamente dall’Anac, è ormai definitivamente accantonata. Il tavolo tecnico sta facendo tutti gli approfondimenti necessari anche perché è evidente che qualunque strada verrà intrapresa non sarà indolore.
-Le cartoline hanno contribuito, secondo lei, a sbloccare le cose? Sicuramente hanno contribuito a rendere evidente il disagio dei cittadini comaschi, e non solo, per questa situazione che si è protratta per così tanto tempo. L’appello venuto dalla città è importante e si è sommato positivamente a quanto già avviato a livello istituzionale. Ora, però, serve seguire con il massimo impegno le vie tecniche per trovare una soluzione.
-Pensa che il Comune di Como sia ancora in grado di occuparsi di questo cantiere? L’amministrazione di Como ha ereditato una situazione difficilissima. Le vicende degli ultimi mesi l’hanno complicata ancora di più, ma credo sia da sottolineare il fatto che, a partire dal sindaco, non si sia mai cercato di sfuggire alle responsabilità. Forse, accollandosi anche quelle di altri.
-Si riferisce alla Regione? Certamente a quanti, in passato, hanno fatto scelte che si sono rivelate fallimentari. L’attivismo della Regione di queste settimane è niente di più che un fatto dovuto, trattandosi di un’opera regionale e considerato che tutte le scelte della giunta Lucini sono state condivise con il livello regionale.
-Ma quindi dovrebbe occuparsi la Regione del cantiere? Certo, per quanto le compete. Il Comune, comunque, è parte in causa e credo che l’approccio con cui il Governo, attraverso Italia sicura, si è attivato in questi ultimi mesi, sia quello giusto. Non intende sostituirsi a Comune e Regione, ma mettere a disposizione il supporto necessario a sbrogliare una situazione così intricata.
-Sta dicendo che senza il Governo non si sarebbero fatti passi avanti? Era evidente a tutti che si era arrivati ad una situazione di stallo insostenibile che ha raggiunto alcuni apici quasi surreali (ad esempio le accuse di inerzia di Maroni a Cantone, che le aveva subito rispedite al mittente, ndr). A quel punto il Governo, sollecitato personalmente, nella figura del presidente del Consiglio, ha deciso in via straordinaria di attivarsi direttamente nonostante si tratti di un’opera di rilevanza regionale.
-Quindi il premier Renzi è a conoscenza della vicenda paratie? Sì, ne abbiamo parlato e la stessa attenzione dimostrata dal sottosegretario De Vincenti (che ha ricevuto una delegazione de La Provincia con le cartoline, ndr), oltre che dalla Struttura di missione, ne è la dimostrazione.
Il lavoro di Lucini sulle paratie è stato bocciato. Come può arrivare a fine mandato? Il giudizio sull’operato dell’amministrazione non si può dare solo sulla questione paratie, che pure ha un peso specifico sostanziale. Il Partito Democratico, nei suoi organismi provinciali, ha deciso di sostenere lo sforzo dell’amministrazione comunale per concludere il mandato nell’interesse della città. Per questo credo che sia fondamentale, per una forza politica che ha la maggiore responsabilità all’interno della maggioranza consiliare, guidare il percorso di individuazione dei pochi punti programmatici in grado di valorizzare il lavoro svolto in questi anni e di creare le condizioni migliori con cui presentarsi al prossimo appuntamento elettorale. La variabile tempo, in questo, non è indifferente e, ovviamente, non ci si può concentrare solo sulla fine del mandato,ma è necessario avere da subito e più di quanto fatto fin qui, uno sguardo di prospettiva e orecchie attente a quello di cui la città ha bisogno.
-E di cosa ha bisogno? Di ritrovare l’orgoglio di essere una città ricca di risorse e di potenzialità che deve essere capace di ritornare a costruire alleanze tra rappresentanze sociale e istituzionali. È necessario che la politica, ma non solo, dimostrino di esserne all’altezza.
-Tra un anno si vota e Lucini si è chiamato fuori. Il candidato sindaco sarà il frutto delle primarie? Le primarie sono uno strumento, ma di per sè non rappresentano la soluzione. Anzi, direi che la questione non è solo quella del candidato sindaco. In questa situazione di difficoltà credo che vadano messe in campo tutti i tentativi di chiamare a responsabilità e impegno le intelligenze che la città di Como esprime per costruire una squadra fatta di competenze, capacità di ascolto e di dialogo con i cittadini e le forze sociali ed economiche del territorio.
-Il ministro Delrio ha parlato della necessità di completare la tangenziale. Si riuscirà? L’obiettivo è questo, sapendo di agire in un contesto che vede la presenza di un piano economico finanziario che non può essere ignorato. In questi giorni sembrano emerse delle possibilità nuove da parte di investitori privati. Sono certa che il ministro Delrio darà la massima disponibilità per vericarne fino in fondo la praticabilità.
-Concludiamo con la variante della Tremezzina. Si parte sul serio? Grazie al lavoro fatto con l’on. Guerra in questa legislatura siamo riusciti a finanziare, nello Sblocca Italia, la variante della Tremezzina superando il principale ostacolo che, per decenni, ha impedito di raggiungere il risultato. Ora è necessario che anche la Regione faccia la sua parte, così come si era impegnata a fare. In questi mesi è proseguito il lavoro con il Governo e Anas per individuare la soluzione di progetto meno impattante e in grado di tenere conto delle esigenze di tutela di un territorio così particolare. Ne sono certa, questa è la volta buona.
Intervista a La Provincia di Como: «Per il lungolago è la volta buona»