(Roma, 21 marzo 2019) – “La poltrona di Toninelli è salva grazie allo scambio di ieri con quella di Salvini: ma il ministro delle Infrastrutture dovrebbe dimettersi immediatamente per la gestione indecente di tutta questa partita che riguarda gli investimenti e la crescita del nostro Paese”. Così Chiara Braga, capogruppo del PD della commissione Ambiente della Camera.

E sul decreto Sblocca cantieri, aggiunge: “Il decreto sblocca cantieri approvato dal Consiglio dei Ministri rappresenta un ritorno ad un triste passato: opere realizzate al massimo ribasso, con appalti anche per importi elevati senza gara pubblica, il massimo ribasso torna a essere la regola e si cancellano le norme che vietano la stortura dei subappalti incontrollati dove spesso si infiltrano corruzione e mafia, con super commissari per poter gestire tutto in deroga, senza nessuna trasparenza. Infine, la ciliegina sulla torta, un nuovo bel condono edilizio sugli immobili costruiti prima del 1977 che M5S e Lega, dopo la diffusione della notizia, hanno, per fortuna, fatto velocemente sparire dall’ultima versione del testo”.

“Il premier Conte e il ministro delle Infrastrutture Toninelli esultano per l’approvazione del provvedimento “salvo intese“, cioè non sanno ancora cosa ci scriveranno e chissà quando lo sapremo. Intanto le opere sono ferme, l’occupazione non cresce e gli annunci di rivoluzione al codice degli appalti bloccano procedure gare!”

“Il Governo sta mettendo in scena l’ennesimo bluff. Approvano un testo ‘salvo intese‘ perchè sono divisi su tutto; dopo aver bloccato più di 600 opere non hanno idea di come far ripartire gli investimenti pubblici e privati e, intanto, trasmettono da mesi un messaggio deleterio di incertezza al Paese e agli investitori. Altro che far ripartire i cantieri: molte stazioni appaltanti hanno fermato progetti e gare in attesa di capire come cambieranno le regole”.

“L’unica cosa certa, su cui Lega e M5s marciano uniti, è l’indifferenza alle regole e alle norme che garantiscono trasparenza e lotta alla corruzione: appalti senza gara pubblica anche per importi elevati, il massimo ribasso torna a essere la regola e si cancellano le norme che vietano la stortura dei subappalti incontrollati dove spesso si infiltrano le mafie. Per non parlare dell’idea di far ripartire l’edilizia privata con l’ennesimo regalo agli speculatori e un nuovo condono”.
“Ancora una volta il cosiddetto ‘Governo del cambiamento‘ si distingue per un vecchio motto molto in voga: largo a furbi e corruzione.

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TONINELLI è salvo ma si dimetta per la gestione indecente degli investimenti