(Roma, 06 febbraio 2019) Oggi è la Giornata mondiale per il contrasto alle mutilazioni genitali femminili (MGF).
Con il Gruppo parlamentare Salute Globale e Diritti delle donne che promuove l’agenda italiana e internazionale sulla cooperazione allo sviluppo nelle aree della salute globale, della salute sessuale e riproduttiva e dei diritti delle donne, e la Viceministra per la cooperazione internazionale abbiamo incontrato AIDOS Associazione italiana donne per lo sviluppo che da anni lavora nella lotta al contrasto di questa pratica.

L’Italia, dove questa pratica è vietata per effetto della Legge numero 7 del 2006, che la considera un grave reato, è da sempre impegnata su questo fronte ed è uno dei principali Paesi donatori del programma UNFPA -Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione) e UNICEF lanciato nel 2008 che agisce per l’abbandono totale delle MGF, così come prevede anche l’Agenda2030 per lo Sviluppo Sostenibile. Da allora, 13 Paesi hanno approvato leggi che vietano la MGF e le agenzie delle Nazioni Unite hanno fornito l’accesso ai servizi di prevenzione, protezione e trattamento a più di 700mila donne e ragazze.

Nel mondo almeno 200 milioni di donne e bambine hanno subito mutilazioni genitali, e 44 milioni di loro hanno meno di 14 anni. Si tratta di un fenomeno diffuso principalmente in Africa, ma che coinvolge anche Asia e Europa. Sono 29 i Paesi africani dove le giovani donne subiscono queste pratiche. In alcuni stati del Corno d’Africa, Gibuti, Somalia ed Eritrea, ma anche in Egitto e Guinea l’incidenza del fenomeno rimane altissima, toccando il 90% della popolazione femminile. Le mutilazioni vengono praticate principalmente su bambine tra i 4 e i 14 anni, ma in alcuni paesi anche a bambine con meno di un anno di vita come nel 44% dei casi in Eritrea e nel 29% dei casi in Mali. Negli ultimi decenni la cifra è in calo, anche se tra il 2014 e il 2016 c’è stato un balzo nelle stime in particolare in Indonesia.

Le mutilazioni genitali femminili coinvolgono anche dalle 60.000 alle 80.000 donne straniere residenti in Italia e ad essere considerate “a rischio” sono pure migliaia di bambine di origini straniere che vivono nel nostro Paese, mentre sono 3 milioni le bambine a rischio di essere mutilate ogni anno nel mondo. Un fenomeno sommerso, quello che riguarda le minorenni in Italia, difficile da portare alla luce ma che, purtroppo, esiste contro il quale.

“Per promuovere l’abbandono delle mutilazioni genitali femminile – è l’appello delle Nazioni Unite – è necessario un impegno coordinato e sistematico che deve coinvolgere intere comunità e focalizzarsi sui diritti umani e sull’uguaglianza di genere. E’ necessario anche affrontare le esigenze in materia di salute riproduttiva e sessuale delle donne e delle ragazze che ne soffrono le conseguenze”.

Contro la violenza di genere e a difesa dei diritti delle bambine, delle ragazze e delle donne, in Italia e in tutto il mondo.

 

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Giornata mondiale contro la mutilazione genitale femminile, un rito terribile per 200 milioni di bambine
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