(Rimini, 08 novembre 2018)  – Raddoppiare le fonti rinnovabili, riqualificare gli edifici pubblici e privati, conseguire i nuovi obiettivi europei di riciclo dei rifiuti, realizzare un programma di rigenerazione urbana, raddoppiare gli investimenti nell’eco-innovazione, promuovere misure per la mobilit urbana sostenibile e per l’agricoltura ecologica e di qualità, riqualificare il sistema idrico nazionale, rafforzare la prevenzione del rischio idrogeologico fino al completamento delle bonifiche dei siti contaminati. Sono le 10 misure che consentirebbero all’Italia di fare un significativo passo in avanti nella transizione verso l’economia verde secondo uno studio contenuto nella Relazione sullo stato della green economy del 2018, il documento introduttivo degli Stati generali della green economy, organizzata dal Consiglio nazionale della green economy (formato da 66 organizzazioni di imprese in collaborazione con il ministero dell’Ambiente e il supporto della fondazione per lo sviluppo sostenibile) presentato a Rimini nell’ambito di Ecomondo.

“L’insieme di queste misure, che richiederebbero in media tra 7 e 8 miliardi di euro di investimenti pubblici annui per i prossimi 5 anni, attiverebbe 21,4 miliardi di euro di investimenti privati annui, generando un valore di produzione di 74 miliardi e in media 440 mila nuovi posti di lavoro green ogni anno che, tenendo conto dell’indotto, arriverebbero a oltre 660 mila“, si legge nello studio.

Per quanto riguarda l’impatto occupazionale, i settori a più alto coefficiente, considerando i 5 anni, sono le fonti rinnovabili con il 32% totale degli occupati (circa 702 mila posti di lavoro diretti e indiretti), seguiti dall’agricoltura biologica e di qualita’ (il 18%, circa 393 mila posti di lavoro diretti), dalla rigenerazione urbana (12%, circa 255 mila posti di lavoro), dall’efficientamento degli edifici (9%, oltre 197 mila occupati), dalla riqualificazione del sistema idrico (8%, circa 178 mila posti), dalla bonifica dei siti contaminati (5%, circa 117 mila posti di lavoro). Completano il quadro il settore rifiuti incentrato sul passaggio dall’economia lineare a quella circolare con il 5% degli occupati, la mobilità sostenibile e l’eco-innovazione entrambe con il 2% e infine la prevenzione del rischio idrogeologico con lo 0,7 per cento.

“I vantaggi economici di questi investimenti green sono molteplici – ha detto Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile – il primo riguarda i costi evitati dell’inquinamento e di altri impatti ambientali, il secondo la capacità di queste scelte green di attivare, con investimenti pubblici, effetti moltiplicatori anche di quelli privati, il terzo vantaggio sta nella capacita di utilizzare e promuovere l’innovazione, diffusione di buone pratiche e buone tecniche“.

 

 

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ECOMONDO, 10 MISURE GREEN PER CREARE IN 5 ANNI 2,2 MILIONI DI POSTI DI LAVORO