(Roma, 10 ottobre 2018) Ricicla.tv ha raccolto alcune mie impressioni sull’annosa questione della gestione del flusso di veicoli fuori uso; un comparto dietro il quale spesso si nascondono profili di illegalità come l’esportazione illecita di veicoli all’estero. Dell’argomento se ne è occupato recentemente il Report 2018 “Il Contributo dei frantumatori all’economia circolare“, uno studio messo a punto dall’A.I.R.A., l’Associazione Industriale Riciclatori d’Auto.

Nella scorsa legislatura, anche attraverso l’attività della Commissione d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati, meglio conosciuta come Commissione Ecomafie, in particolare nella relazione sul traffico transfrontaliero di rifiuti, abbiamo analizzato proprio questa specificità rilevando una serie di carenze e di debolezze del sistema dei controlli e delle garanzie di un corretto riutilizzo di questi beni.

Qui il link per scaricare il Report https://bit.ly/2IvQ9Oo mentre più sotto trovate una sintesi dell’indagine.

 

I VEICOLI FUORI USO

I Veicoli Fuori Uso (VFU) rappresentano un flusso importante di rifiuti per il nostro Paese. Ogni anno i dati ci dicono che dalla gestione dei VFU vengono generati oltre 1.000.000 di tonnellate di rifiuti che devono essere gestiti secondo il rispetto della Direttiva 2000/53/Ce e il suo recepimento tramite il D.Lgs. 24 giugno 2003, n. 209. Proprio tali norme impongono anche il raggiungimento di alcuni obiettivi: entro il 2015 raggiungere almeno l’85% di reimpiego e riciclaggio, il 95% di reimpiego e recupero complessivo.

L’Italia -secondo l’indagine dell’Associazione Industriali Riciclatori d’Auto (AIRA) – deve fare ancora degli sforzi per arrivare a raggiungere i target imposti dalla UE: nel 2015 il nostro Paese ha raggiunto l’84,6% di reimpiego e riciclaggio e l’84,7% di reimpiego e recupero, mentre nel 2016 le performance sono peggiorate portandosi rispettivamente a 82,5% di reimpiego e riciclaggio e 82,6% di reimpiego e recupero. Entrambi i valori sono inferiori ai target imposti dalla UE. Risulta quindi necessario mettere in atto una politica che risolva alcune problematiche che impediscono tutt’oggi al nostro Paese di raggiungere gli obiettivi.

IMMATRICOLAZIONI VEICOLI – La gestione dei VFU è immancabilmente legata al numero delle nuove immatricolazioni di veicoli, al quale è generalmente abbinato l’andamento delle radiazioni dei vecchi veicoli. I dati evidenziano che è in atto un lento recupero delle prime iscrizioni di veicoli nuovi di fabbrica. Dall’analisi dei dati emerge che le autovetture a gasolio sono le più richieste; fatto da tenere in considerazione ai fini della lotta all’inquinamento atmosferico.

Nei primi quattro mesi del 2018, il numero di iscrizioni di nuovi veicoli non registra significative variazioni rispetto all’anno precedente. Il trend è costante.

RADIAZIONI DEI VEICOLI FUORI USO – Un capitolo importante del Report 2018 è dedicato alle radiazioni dei veicoli fuori uso. Anche nel 2017 le radiazioni per demolizione hanno superato quota 1.000.000, mostrando un continuo trend ascendente e registrando un +1% rispetto all’anno precedente. Valori comunque ancora ben lontani dal 2010 rispetto al quale, il 2017 segna una perdita di circa 300.000 veicoli demoliti, ossia un -21%.  Tali mancanze incidono pesantemente nella sostenibilità economica delle aziende che operano nella gestione dei veicoli fuori uso, in quanto gli investimenti economici fatti per raggiungere performance ambientali sempre più alte sono messi a rischio da un flusso di rifiuti non adeguato.

Le radiazioni di veicoli per esportazione continuano ad essere un numero considerevole (circa il 33% dell’intero radiato), anche se in calo rispetto al 2013 di circa il 30%. Un dato negativo e molto preoccupante evidenzia nel 2017 un aumento del 5%, rispetto al 2016, delle radiazioni per esportazione, con una crescita maggiore rispetto alle radiazioni per demolizioni. I flussi maggiori di esportazioni sono verso i paesi intra Ue tendenzialmente in crescita; mentre decisamente inferiori verso i paesi extra Ue. Un trend decisamente in crescita, invece, quello delle radiazioni per altre cause, ossia principalmente radiazioni d’ufficio dovute a fermi amministrati e a sequestri giudiziari. Tali veicoli radiati vengono, per la maggior parte, avviati alla demolizione.

La regione con più veicoli demoliti è la Lombardia che rappresenta il 15% delle demolizioni di veicoli a livello nazionale, seguita a ruota dalla regione Lazio. La Lombardia inoltre si conferma anche leader nelle radiazioni per esportazione. Da notare che, per quanto riguarda il fenomeno dell’esportazione di veicoli, la Lombardia insieme al Veneto, hanno esportato nel 2017 il 41% del totale dei veicoli esportati a livello nazionale.

La gestione dei veicoli fuori uso ha mostrato negli anni alcune criticità che non sono mai state affrontate in maniera organica e risolutiva. Lo stesso D.Lgs. 209/2003 di recepimento proprio della direttiva sui veicoli fuori uso, non ha subito modifiche legislative importanti, per cui sarebbe necessario “revisionare” il decreto legislativo.

ECONOMIA CIRCOLARE E VFU – Il 22 maggio 2018 il Consiglio Ue ha approvato in via definitiva le quattro proposte di direttiva sull’economia circolare che modificano sei direttive Ue, rispettivamente su rifiuti, imballaggi, discariche, pile e accumulatori, rifiuti elettronici e veicoli fuori uso.

Molteplici sono le modifiche comunitarie che i singoli Stati membri saranno chiamati a recepire entro due anni dalla pubblicazione delle stesse in GUUE. I veicoli fuori uso saranno interessati non solo dalle modifiche specifiche alla direttiva 2000/53/Ce che riguarda proprio la gestione degli stessi, ma anche, e soprattutto, dalle modifiche della direttiva madre sui rifiuti, la direttiva 2008/98/Ce.

La gestione dei veicoli fuori uso ha mostrato negli anni alcune criticità che non sono mai state affrontate in maniera organica e risolutiva. Lo stesso D.Lgs. 209/2003 di recepimento proprio della direttiva sui veicoli fuori uso, non ha subito modifiche legislative importanti, per cui sarebbe necessario “revisionare” il decreto legislativo. Il recepimento del pacchetto sull’economia circolare rappresenta quindi una occasione importante per fare tutto ciò.

L’Esportazione di veicoli. Dietro al fenomeno della radiazione per esportazione di autovetture si nascondono spesso profili di illegalità: non sempre il veicolo radiato per esportazione viene reimmatricolato all’estero, in certi casi nemmeno esportato, andando ad eludere la normativa fiscale, di responsabilità civile ed ambientale. Si sono riscontrati i seguenti effetti negativi:

1) Il veicolo viene radiato per esportazione e reimmatricolato in un Paese estero, ma di fatto continua a circolare nel territorio dello Stato italiano, eludendo il pagamento della tassa di possesso.

2) Il veicolo radiato per esportazione viene esportato all’estero ma non viene reimmatricolato e va ad alimentare mercati illeciti dei ricambi e ad approvvigionare centri di raccolta stranieri.

3) Il veicolo radiato per esportazione non viene effettivamente esportato ma rimane in territorio nazionale dove viene cannibalizzato dei pezzi di ricambio e ciò che ne rimane viene ceduto in maniera illegale ad impianti non autorizzati.

Le bat e gli impianti di frantumazione. Le migliori tecniche disponibili (best available techniques —Bat) rappresentano la più efficiente e avanzata fase di sviluppo di attività e relativi metodi di esercizio indicanti l’idoneità pratica di determinate tecniche a costituire, in linea di massima, la base dei valori limite di emissione e delle altre condizioni di autorizzazione intesi ad evitare oppure, ove ciò si riveli impossibile, a ridurre in modo generale le emissioni e l’impatto sull’ambiente nel suo complesso. In pratica sono le tecniche più efficaci per ottenere un elevato livello di protezione dell’ambiente nel suo complesso.

Una delle maggiori criticità che ad oggi si riscontra nel campo della frantumazione di veicoli fuori uso e rottami metallici è la presenza di una moltitudine di micro impianti che non sono dotati delle BAT e non hanno tecnologie che consentano un recupero spinto dei rifiuti derivanti dalla frantumazione stessa. In conclusione si auspica l’applicazione obbligatoria delle BAT a tutti gli impianti di frantumazione.

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FLUSSO DEI VEICOLI FUORI USO, il Report 2018 dell’Associazione Industriale Riciclatori Auto