(Roma, 10 luglio 2018) La Camera ha approvato la proposta di legge, a mia prima firma, unificata ad altre, di istituzione della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati.

È fondamentale che il Parlamento abbia una sede stabile, in cui garantire una particolare attenzione ai fenomeni di maggiore impatto ambientale, già oggetto peraltro di indagine delle precedenti Commissioni parlamentari d’inchiesta che si sono succedute, senza soluzione di continuità, a partire dalla XIII legislatura.

Nel corso del rapido esame svolto in Commissione Ambiente, si sono trovate convergenze tra le diverse proposte di legge, una a mia prima firma, condivisa da larga parte del gruppo del Partito Democratico, che ha consentito di arricchire ulteriormente gli ambiti d’indagine della Commissione. E’ quindi positivo che, su un tema così importante come quello del contrasto all’illegalità ambientale, ci sia una larga convergenza tra forze di maggioranza e di opposizione, e anche la tempestività dell’iter è un segnale positivo di maturazione di consapevolezza da parte delle istituzioni rispetto alla centralità della questione della legalità ambientale e anche al riconoscimento del lavoro svolto dalla Commissione d’inchiesta in questi vent’anni.

In particolare, voglio ricordare la quantità e la qualità del lavoro svolto dalla Commissione d’inchiesta nella XVII legislatura, che ha acquisito documentazione rilevante ai fini di numerose indagini e ha portato all’approvazione di 26 relazioni tematiche territoriali trasmesse al Parlamento, tra cui 24 approvate all’unanimità da parte di tutti i gruppi, che hanno indagato fenomeni più tradizionali come quelli di carattere territoriale, ma hanno anche acceso delle luci importanti di analisi su alcuni nuovi fenomeni. Penso al traffico transfrontaliero di rifiuti, all’analisi consegnata sullo stato di attuazione delle bonifiche nei siti di interesse nazionale, al tema della gestione dei rifiuti radioattivi, a quello del fenomeno degli incendi negli impianti di rifiuti.

Da considerare inoltre il fatto che il lavoro a tutela della legalità della Commissione è consistito anche nel portare nei territori la presenza istituzionale del Parlamento, a sostegno delle Amministrazioni locali, dei cittadini, delle associazioni, dialogando sempre in maniera efficace con la Magistratura e le Forze di polizia.

La Commissione ha rappresentato un punto di osservazione e di controllo parlamentare, che certamente ha restituito l’immagine di un’Italia storicamente segnata da attacchi all’ambiente e alla salute dei cittadini, ma anche desiderosa di legalità e concretezza. Il nostro è un Paese ancora pesantemente segnato dalla criminalità ambientale, che assume forme diversificate spesso differenti da quelle del passato e che vanno molto oltre all’immagine, forse un po’ semplificata, che il termine ‘ecomafie’ trasmette nell’immaginario pubblico.

Il 2017, ce lo ha ricordato in questi giorni il Rapporto Ecomafia 2018 presentato qualche giorno fa alla Camera da Legambiente, è stato l’anno in cui abbiamo registrato il boom di arresti per i crimini contro l’ambiente e di inchieste sui traffici illegali dei rifiuti. Questo è  un risultato importante sul fronte repressivo, frutto dell’applicazione della legge n. 68 del 2015 sui delitti ambientali, ma è anche uno spaccato che ci restituisce una situazione preoccupante, se il fatturato delle ecomafie sale di quasi il 10% rispetto allo scorso anno, raggiungendo la cifra record di 14,1 miliardi.

La corruzione è il principale nemico dell’ambiente e dei cittadini, perché tocca direttamente la Pubblica Amministrazione. E in questo non possiamo nascondere una certa preoccupazione nell’apprendere che la corruzione non è più una emergenza, è uno dei punti sui quali concentrare l’azione per questo Parlamento e per questo Governo, almeno stando alle anticipazioni preoccupanti che leggiamo sulla volontà di smontare il sistema dei codici degli appalti e l’operatività di un’istituzione importante come l’Autorità anticorruzione. Credo, invece, che su questi fronti, il nostro Paese abbia bisogno di strumenti ancora più efficaci. Rafforzare il tema del sistema dei controlli: lo abbiamo fatto anche con provvedimenti legislativi, accanto alla legge sugli ecoreati quali: la legge che istituisce il Sistema nazionale di protezione dell’ambiente, per il quale mancano e sono fondamentali alcuni decreti attuativi; le norme contro l’abusivismo, alcune già approvate, quella che istituisce la Banca dati nazionale e il Fondo per gli abbattimenti, ma che possono e debbono essere rafforzate con misure più stringenti per accelerare l’esecuzione delle procedure di abbattimento.

E’ inoltre importante sottolineare come, a fianco ai compiti più tradizionali, quali quello di indagare la sussistenza di comportamenti e fenomeni illeciti nella gestione del ciclo dei rifiuti, nel campo delle attività autorizzate in materia ambientale, della gestione dei siti inquinati, dei rifiuti radioattivi e rifiuti pericolosi, e della depurazione delle acque, ci sia anche il tema fondamentale della verifica dell’attuazione e dell’efficacia della normativa ambientale proprio sulle tematiche di cui la Commissione ha competenza. E credo che sia positivo che il testo della presente Commissione abbia ampliato il suo campo d’azione anche ad altri temi di rilevanza, come a quello del monitoraggio del fenomeno degli incendi negli impianti di rifiuti e quello, ad esempio, della questione relativa allo smaltimento dell’amianto.

Il contrasto all’illegalità ambientale non si esercita solo con gli strumenti repressivi, che sono necessari e fondamentali, ma non bastano. La prevenzione e una cultura diffusa della legalità, che fa dell’ambiente non un ostacolo, ma una sua leva essenziale di sviluppo, si costruisce anche attraverso una profonda conoscenza dei fenomeni. Credo che questo sia il tempo della conoscenza e della competenza e su questo sfideremo anche la maggioranza, dando il nostro apporto positivo nel lavoro della Commissione.

Credo che sia fondamentale partire da qui, proprio dall’ambiente, attraverso l’istituzione di una Commissione che ha già dato prova di essere uno strumento utile, di approfondimento, di formazione e di conoscenza, per costruire risposte adeguate all’altezza delle sfide che abbiamo davanti.

Qui sotto la mia dichiarazione di voto alla Camera, qui il resoconto stenografico

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Commissione Ecomafie, approvata alla Camera la proposta di legge di istituzione. Ora il provvedimento passa al Senato
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